Cagliari, nuova vita per le ex cliniche pediatriche e il Macciotta: aule, laboratori e maxi terrazza panoramica
Sì all’appalto milionario per le strutture di Stampace, dopo anni di abbandono via al restyling: un campus urbano storico per studenti e dottorandi, ci saranno anche aree ristoro: ecco il progetto
Via al restyling delle ex cliniche pediatriche e del Macciotta, oltre dieci milioni di euro messi a correre per la nuova vita delle strutture nel centro storico di Cagliari. È stato infatti approvato il progetto definitivo di riqualificazione, e si va verso l’appalto. Trovato l’accordo tra l’Ateneo e la soprintendenza di Cagliari e Oristano. I palazzoni, abbandonati da anni, ospiteranno i ricercatori e i professionisti del futuro. Il progetto definitivo di riqualificazione dell’edificio dell’ex Clinica Pediatrica, dopo aver ottenuto la piena approvazione della Conferenza dei Servizi degli enti preposti, si appresta ad intraprendere l’iter che porterà all’appalto. Le ex cliniche pediatriche rappresentano un complesso di sei edifici, il cui primo nucleo, circa un secolo fa (anni ’20 del ‘900), era costituito dal Tubercolosario e terminava con quella che tutti i cagliaritani conoscono come “Clinica Macciotta”, dal nome del suo ispiratore e fondatore (il Centro di Recupero Poliomielitici). Completata alla fine degli anni ’50, essa comprendeva padiglioni di isolamento e strutture puramente funzionali per l’igiene (lavanderie) e il comfort (centrale termica).
Comprese tra lo straordinario complesso ottocentesco dell’Ospedale san Giovanni di Dio e la Clinica Aresu degli anni ’40, con gli annessi compresi nella Fossa di San Guglielmo, le ex Cliniche pediatriche costituiscono oggi una di quelle che il Piano del Centro Storico ha definito le “Grandi Fabbriche” pubbliche, insieme all’ex Carcere del Buon Cammino, all’Ospedale Militare e alla ex Manifattura Tabacchi. Per questi complessi (la cui dimensione d’insieme supera i 400 mila metri cubi), il Piano del centro Storico ha definito un “Progetto Strategico”: il grande Ospedale del Cima (60mila metri cubi) sarà, come indicato dal piano, “Presidio della salute” mentre le ex Cliniche Pediatriche (30mila metri cubi) e Aresu saranno “Distretto della conoscenza”, destinate cioè alla didattica e alla ricerca dell’Università. L’Ateneo di Cagliari ha definito il nuovo programma d’uso per le ex Cliniche Pediatriche, che comprende: le nuove sedi della ricerca dei Dipartimenti di Scienze economiche e aziendali (SEA) e di Matematica e Informatica (DMI), con studi, laboratori, spazi di riunione e lavoro per studenti e dottorandi, strutture tecnico-amministrative per ospitare circa 200 postazioni di lavoro; un nuovo blocco didattico con 12 nuove aule, di varie dimensioni, che – come questa fase ci ha insegnato – attueranno un ulteriore miglioramento delle condizioni di lavoro in sicurezza, funzionalità e qualità di docenti e studenti; un piano terra di “interfaccia con la città”, con spazi aperti affacciati su uno dei panorami d’eccellenza, con un terrazzo da 1000 metri quadri verso il mare e attrezzature di riunione e ristoro “aperte” ad un pubblico non solo universitario.
I lavori di riqualificazione dell’edificio dell’ex Clinica Pediatrica rientrano nell’intervento denominato “Campus Urbano” hanno ricevuto un finanziamento di 11,5 milioni di euro, otto dei quali grazie al Fondo di sviluppo e coesione 2007/2013 e 3,5 milioni di fondi regionali. 1,2 milioni sono stati spesi invece dall’Ateneo. Le spese preliminari all’appalto ad oggi sostenute ammontano a 211600 euro ed è in fase di affidamento l’attività esterna di verifica del progetto a cui seguirà la validazione.
Parte dei sei edifici – primi tra tutti i complessi degli anni 20/40 – è soggetta a tutela per la sua vetustà e storicità: come tali, la loro riqualificazione è stata impostata in modo da garantirne l’identità storico-culturale. L’intervento sull’ex Clinica Pediatrica rientra tra le azioni previste dall’“Accordo di Programma Quadro, Infrastrutture Strategiche Regionali per la Conoscenza”, sottoscritto nel maggio 2014 con il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione, Il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (attuale MUR), gli altri enti beneficiari (l’Università degli Studi di Sassari e l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi”), e la RAS, con la cui collaborazione l’Università degli Studi di Cagliari porta avanti l’attuazione dell’accordo, attraverso la Presidenza di Giunta e l’Assessorato alla Pubblica Istruzione e rispettive Direzioni di riferimento. L’accordo prevede un finanziamento complessivo di 59.000.000 di Euro (41.000.000 su fondi CIPE, 9.800.000 sulla Legge Regionale 1/2011, 6.000.000 LR7/2011, 2.200.000 cofinanziamento a carico dell’Ateneo), di cui oltre 39.500.000 sono stati utilizzati per l’attuazione degli investimenti previsti, tra i quali il Blocco A della Cittadella di Monserrato, costituito da Aule, laboratori, uffici e studi per diversi dipartimenti scientifici, e il CeSAR, Centro Servizi d’Ateneo per la Ricerca, importante riferimento di ricerca multidisciplinare per il Territorio. Anche l’edificio risalente agli anni ’50 ricadrà a breve tra le architetture pubbliche tutelate, ed è comunque così carico di memorie civili e personali che anche per il “Macciotta” il Piano del Centro storico richiede un’impostazione analoga. Per questo l’intero intervento ricade nella categoria del “risanamento conservativo”, e la progettazione è frutto di un Accordo istituzionale tra l’Ateneo e la Soprintendenza BAPSAE delle province di Cagliari e Oristano, che ha impegnato come progettisti i suoi funzionari, in collaborazione con la Direzione Investimenti Manutenzioni e Impianti dell’Università e il supporto scientifico del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura dell’Ateneo.
Una complessa campagna preliminare di indagini e rilievi ha messo in luce che si tratta di edifici (essenzialmente in muratura tradizionale, ma con importanti opere in cemento armato) di grande qualità e solidità, ma che alla luce della recentissima normativa antisismica, che prevede cautele prima impensabili in tema di sicurezza statica, sarà oggetto di un importante investimento per la riqualificazione strutturale. La sicurezza contro gli incendi ha reso altresì necessario un adeguamento importante delle vie di esodo: tuttavia una progettazione accurata ha permesso di eliminare l’attuale inappropriata scala antincendio esterna, con un importante guadagno paesaggistico. In quest’ottica e con l’importante obiettivo derivato di restituire a questa porzione di città storica un significativo livello di attraversabilità pubblica, si prevede la riqualificazione del percorso gradonato che mette in comunicazione il piazzale del complesso della Clinica Aresu con la via Porcell. La sinergia interistituzionale è stata quindi fondamentale per l’elaborazione di un progetto, che sarà sviluppato in forma esecutiva con procedura d’appalto, ampio e complesso, che ha richiesto l’integrazione di competenze altamente specialistiche in tema di conservazione e progettazione architettonica ed in materia di integrazione impiantistica e adeguamenti strutturali. Ad intervento realizzato, la città potrà fruire di nuovo di una parte importante della sua memoria del ‘900, ma con funzioni e impianti innovativi per ospitare e formare leve di ricercatori e professionisti del futuro. Alla presentazione del progetto, in rettorato, hanno partecipato Maria Del Zompo, rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, che ha illustrato tutto insieme ad Aldo Urru, direttore generale dell’Ateneo, ad Antonello Sanna e Carlo Atzeni, del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura, ad Antonella Sanna, funzionario della soprintendenza e progettista, Ninni Pillai, dirigente della direzione investimenti manutenzioni e impianti, e Michela Deiana, dirigente acquisti e appalti dell’Ateneo. Presenti anche il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, la soprintendente alle Belle Arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari Maura Picciau e – per il demanio – in rappresentanza del direttore Giovanni Zito, Gianluca Palla.