Rassegna Stampa

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"Troppo potere al governo e criteri poco chiari": le Regioni frenano sul Dpcm

Fonte: www.youtg.net
4 novembre 2020

"Troppo potere al governo e criteri poco chiari": le Regioni frenano sul Dpcm

 

ROMA. Le Regioni frenano sul nuovo Dpcm che Conte vuole far entrare in vigore già dal 5 novembre (qui la bozza). Il presidente della conferenza degli enti locali Stefano Bonaccini ha trasmesso il parere sul decreto. Le Regioni hanno ribadito “la richiesta di univoche misure nazionali e, in via integrativa, provvedimenti più restrittivi di livello regionale e locale”.

Ma nel provvedimento ci sono misure che “destano forti perplessità e preoccupazione” e che “comprimono ruolo e compiti delle Regioni”, attribuendo “al Governo ogni scelta e decisione sulla base delle valutazioni svolte dagli organismi tecnici”. Per questo motivo è “indispensabile instaurare un contraddittorio per l’esame dei dati con i dipartimenti di prevenzione dei servizi sanitari regionali prima della adozione degli elenchi delle Regioni” caratterizzate da scenari elevata o massima gravità.

Secondo le Regioni, si legge sempre nel parere, “Nnn appaiono chiare le procedure individuate” e “le tempistiche con le quali viene declassificato il livello di rischio”. Per questo è importante che le Regioni possano “partecipare al percorso di analisi”, anche per la “ ricaduta delle misure a livello regionale”.

Le Regioni chiedono poi che “contestualmente all’emanazione del Dpcm., sia definito con un provvedimento di legge “l’ammontare delle risorse, unitamente a modalità e tempi di erogazione delle stesse, con le quali si procede al ristoro delle attività economiche che hanno subito e subiscono “limitazioni, sospensioni e/o chiusure”. E “con il medesimo provvedimento – si sottolinea nel parere - è necessario introdurre meccanismi di sospensione dei tributi relativi agli anni fiscali 2020 e 2021 per le stesse attività economiche”. Servono infine “misure normative e adeguate risorse finanziarie per i necessari congedi parentali per tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e misure economiche di conciliazione per i lavoratori autonomi”.

L’obiettivo deve essere quello conclude il documento - di dare “certezze al fine di scongiurare un effetto depressivo e conseguenti problemi sociali, assicurando la contemporaneità delle misure di contenimento dell’epidemia con quelle di sostegno alle categorie economiche e sociali colpite”.