Rassegna Stampa

Il Sardegna

Il verde pubblico è sempre più privatizzato

Fonte: Il Sardegna
28 settembre 2009

Piccola città

Vuoi giocare? Cinque euro. Oppure arrangiati e guarda i tuoi amichetti da dietro la rete. Spariti i campetti di Monte Urpinu, spazio incastonato tra i palazzi sorti nel dopoguerra e la chiesa con i dipinti di Fantini, vent’anni anni fa il Comune aveva messo mano al parco più importante della città. E così, al posto del battuto, era comparso un meraviglioso campo da calcetto. Com’è finita? Ricapitoliamo: il campo da calcetto c’è sempre ma ospita una disneyland gonfiabile da cinque euro a biglietto. Se uno ha tre figli in età di giochi gonfiabili è finito, insomma: vaglielo a spiegare che c’è la crisi e pazienza se gli amichetti a cavallo sul serpente gonfio d’aria. In compenso, il campetto da calcetto è imboscato da anni e così, chi non vuole o non può o non accetta di pagare si è rifugiato in questo tempo nella vecchia pista di pattinaggio, proprio sotto Santa Caterina. Un posto perfetto, l’unico sopravvissuto, dove da trent’anni si consumano memorabili tornei di calcio tipo via Scano contro via Solmi. Tutto senza regole, chi c’è c’è e primo a battere i rigori. Ma il verde pubblico del Comune, sempre più verde privatizzato, ha deciso che pure quella pista deve ospitare giochi gonfiabili. Siamo alla persecuzione. Così è partita la raccolta di firme, trecento genitori e ragazzini che non ci stanno. Che reclamano spazi liberi, dove giocare a pallone, pattinare, imparare ad andare in bici. Ci vuole tanto per capirlo? I soldi del canone di Monte Urpinu non valgono quanto il diritto di crescere senza differenze. *Giornalista