Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Dietrofront sui fannulloni

Fonte: La Nuova Sardegna
28 settembre 2009

SABATO, 26 SETTEMBRE 2009

Pagina 12 - Attualità

Il ministro nega, ma dai sindacati arriva la conferma: è stato costretto
Brunetta cancella le sue norme sulle assenze per malattia

di Alessandro Cecioni
ROMA. Ricordate i proclami del ministro Brunetta sui fannulloni? L’annuncio di norme stringenti sulle assenze per malattia (dalle visite fiscali in ogni ora del giorno, festivi compresi, alle decurtazioni di stipendio)? Tutto previsto in una norma del 2008 e tutto cancellato un anno dopo. «Non è vero», fanno sapere dal ministero della Funzione pubblica. «Vero, verissimo», replicano i sindacati.
Com’era. Appena insediato al ministero, Brunetta parte con la crociata contro i fannulloni, crociata che culmina nelle norme della legge 133 del 21 agosto dello scorso anno. La legge è dedicata alle misure per la ripresa economica, ma l’articolo 71 si occupa delle malattie dei dipendenti pubblici e stabilisce controlli severi. In particolare al comma 3 si indicano le ore in cui può arrivare la visita fiscale: dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20, «tutti i giorni compresi i non lavorativi e i festivi». Di più, la certificazione deve essere presentata da una struttura sanitaria pubblica. Infine le assenze per malattia non possono più essere conteggiate per la distribuzione dei soldi degli integrativi.
Le polemiche. All’approvazione della legge si parlò da una parte, il ministro Brunetta, di un successo nella lotta all’assenteismo e dall’altra (i sindacati) di norme vessatorie e incostituzionali. Il malato che può muoversi da casa solo un’ora al giorno (magari per visite mediche, acquisti di medicine) era paragonato al carcerato agli arresti domiciliari.
Com’è ora. Dopo un anno esatto, il 4 agosto scorso, sempre in una legge sulle misure di stimolo all’economia, all’articolo 17 arriva un vero e proprio colpo di spugna. Le norme sugli orari sono cancellate, quelle sul medico della struttura pubblica emendate introducendo la possibilità di rivolgersi a qualsiasi medico convenzionato. Cancellata anche la decurtazione di stipendio.
Corretti errori. «Il ministro Brunetta ha evidentemente corretto i suoi errori», commenta sarcastico il senatore Paolo Nerozzi, Pd. E aggiunge: «Certo è che questa vicenda dimostra ancora una volta che nelle politiche del governo prevale l’effetto annuncio e svela la totale confusione della gestione dei lavoratori del pubblico impiego». «Atto dovuto, con la normativa Brunetta c’era evidente disparità fra lavoratori», dice Carlo Podda, Cgil. «Un atto di giustizia», chiosa Salvatore Bosco, Uil.
Rumore per nulla. Ma il ministero smentisce di aver fatto marcia indietro. «L’unica modifica riguarda le fasce di reperibilità che sono state uniformate a quelle vigenti nel privato. Al contrario non si è intervenuti sulle disposizioni delle trattenute né