Il futuro della scuola allarma i genitori. Tanti lati oscuri ai tempi del Covid-19
La riapertura delle scuole sta diventando oggetto di dibattito e scontro politico e istituzionale. Il futuro di uno dei fondamenti della società rischia di assumere connotati incerti a causa delle norme che devono da un lato garantire la ripresa delle lezioni e dall’altro farlo rispettando le norme sanitarie. In mezzo ci sono i genitori, soprattutto degli alunni più piccoli, preoccupati per ciò che potrebbe accadere nei prossimi mesi. Un’indagine condotta da ‘Save the children’ tra i genitori sardi ha evidenziato questa sensazione di certezza e preoccupazione, soprattutto per le famiglie più fragili. Secondo il report dell’organizzazione, realizzato da Ipsos tra il 4 e il 18 agosto, il 78 per cento dei genitori intervistati non ha ricevuto comunicazioni dalla scuola sulle modalità organizzative per il rientro. Il 26 per cento, teme variazioni di orario che non siano compatibili con la loro occupazione e così i nonni diventano un pilastro necessario. In più di un caso su cinque, le madri sarebbero costrette a ridurre l’orario di lavoro per adeguarsi ai nuovi orari se non addirittura rinunciare all’attività lavorativa.
A questo si aggiunge la crisi economica che si abbatte sull’educazione perché quasi un genitore su dieci crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici e quasi uno su tre teme di non poter più sostenere il costo della mensa scolastica. Save the children sottolinea che “ancora una volta gli alunni sono agli ultimi posti nelle priorità dell’agenda politica. Nonostante mesi di confronto, alla prova dei fatti, non ci sono ancora certezze: necessario un piano di investimenti per l’infanzia e un ripensamento del sistema scolastico per evitare il fallimento delle politiche di ripartenza“.
Tra le principali preoccupazioni con cui le famiglie sarde si trovano a fare i conti con la ripresa dell’anno scolastico emerge anche l’apprensione legata alle difficoltà di apprendimento, dopo i lunghi mesi di lockdown e un’estate che non per tutti è stata l’occasione per recuperare il cosiddetto learning loss. Sebbene quasi tutti siano stati ammessi alla classe successiva senza debiti, il 14 per cento dei genitori ritiene che il proprio figlio non sia pronto ad affrontarne il programma a causa della perdita di apprendimento conseguente alle condizioni imposte dal confinamento.
“La scuola è il luogo dove si combatte, in prima linea, la battaglia contro la povertà educativa. L’obiettivo oggi da porsi non è tornare alla condizione pre-crisi, ma compiere un deciso passo in avanti sul diritto all’educazione di qualità per tutti, superando le gravi diseguaglianze che si sono consolidate in questi anni. Servono scuole sicure, aperte tutto il giorno, accoglienti verso chi affronta maggiori difficoltà e in grado di far fronte alle crisi presenti e future. La riapertura oggi è ancora piena di incertezze, ma è una sfida sulla quale occorre investire tutte le energie e le risorse”, spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the children.