Rassegna Stampa

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Cagliari, polemica sul restauro dell’antico portale di Castello: “Levate subito quei colori”

Fonte: web Castedduonline.it
25 agosto 2020

Cagliari, polemica sul restauro dell’antico portale di Castello: “Levate subito quei colori”

L’Istituto italiano dei Castelli attacca i lavori dei recupero del varco dell’Ex caserma San Carlo di via Santa Croce. “Serve un de-restauro in grado di rimuovere la ‘stucchevole cappa colorata’ per ridare al monumento la sua dignità di autentica testimonianza del paesaggio militare di Cagliari”

 

I nuovi colori avulsi dal contesto, la cancellazione sostanziale delle antiche modanature e il reintegro delle pietre. Un restauro “incauto” quello del portone settecentesco dell’ex Caserma dei Dragoni di via Santa Croce, secondo la sezione Sardegna dell’Istituto italiano dei Castelli, la onlus che si occupa della salvaguardia del patrimonio architettonico difensivo e militare italiano. “Sarebbe stato molto bello poter segnalare il restauro di un nostro monumento. Tuttavia questo non è capitato”, scrive l’associazione che chiede un nuovo intervento sul monumento di Castello.

Si tratta del portale settecentesco di via Santa Croce a Cagliari, antico varco d’accesso alla ex Caserma San Carlo, sito sottoposto a vincolo monumentale dal 1999.

Parte del complesso realizzato dal 1738, in onore del re Carlo Emanuele III, dal vicerè il marchese piemontese Carlo di Rivarolo, per ospitare il reparto dei Dragoni; poi, dal primo Ottocento, caserma dei Carabinieri Reali a cavallo. Nel 1863, ospitava gli alloggi per veterani, le scuderie dei Carabinieri, il Magazzino del Genio e l’Intendenza Militare per un totale di 342 uomini e 40 cavalli. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stato sede di alcuni reparti militari e nel 1943 fu pesantemente colpito dai bombardamenti. In seguito, l’area è stata ceduta a privati che la hanno utilizzata a scopo residenziale, fino all’acquisizione da parte della amministrazione comunale per la realizzazione del centro culturale e museale.

“Al monumento, in condizioni critiche da anni, è stato inferto un colpo più pesante del tempo”, attacca l’Istituto, “un restauro incauto, che lo ha ferito con un pesante reintegro dei materiali lapidei, la cancellatura sostanziale delle modanature, la copertura delle stratigrafie storiche con cromatismi avulsi dal contesto che hanno forse compromesso la natura dell’opera. Indiscutibile l’urgenza di un intervento, ma l’Istituto non può sposare l’etica dell’azione incondizionata, del fare purché si faccia.

Emerge anche in questa occasione”, aggiunge, “l’importanza del dialogo costruttivo fra esperti, istituzioni e operatori per sostenere azioni di restauro e valorizzazione meno improvvisati e culturalmente aggiornati. Ottimi esempi di un buon restauro sono visibili in altri tratti della cortina muraria della città. Forse non tutto è compromesso”, conclude, “capire che materiali sono stati utilizzati potrebbe lasciare la speranza di una complessa – ma a volte possibile – azione reversibile, un de-restauro in grado di rimuovere la ‘stucchevole cappa colorata’ e ridare al monumento la sua dignità di autentica testimonianza del paesaggio militare di Cagliari”.