Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lavoratori invisibili ostaggio della paura

Fonte: La Nuova Sardegna
23 settembre 2009

MERCOLEDÌ, 23 SETTEMBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari

Denuncia forte contro lo sfruttamento






CAGLIARI. Non esiste il paese dei balocchi per gli immigrati. Neppure questa metropoli per molti aspetti isola felice, riesce a dare un volto e un nome a tutti gli stranieri che ospita. Molti di loro sono invisibili, soprattutto nel lavoro. Anime morte per l’anagrafe, più che vive per gli sfruttatori. I servizi comunali cagliaritani hanno individuato 84 casi di schiavi-clandestini: 31 maschi, 47 donne, 6 minori. Sono la punta di un enorme iceberg di clandestinità e sfruttamento. Ma il ghiaccio dell’indifferenza comincia a sciogliersi.
Le istituzioni si muovono e il volontariato occupa con coraggio la prima linea della solidarietà, e ci sono anche le prime forme di sinergia. Prefettura, Questura e Comune sono in continuo contatto, Provincia e Associazione per il Consiglio dei Comuni e delle regioni d’Europa hanno aperto il “Tavolo di coordinamento contro la tratta degli esseri umani”, che coinvolge istituzioni, organismi di parità, sindacati, Acli, Caritas, Direzione provinciale del lavoro. associazione “Socialismo diritti e riforme”, Congregazione delle suore Figlie della Carità. Nessuno sta alla finestra, tutti in campo, con le suore di san Vincenzo che di notte vanno nei marciapiedi per salvare 41 donne nigeriane e dell’Est europeo dal mercato del sesso.
Di “lavoratori invisibili” si è parlato nel convegno-tavola rotonda organizzato dalla Fidapa (Federazione Donne Arti Professioni Affari). Un’immersione veloce, ma completa, nei nuovi problemi portati dalla caduta delle frontiere. Tutti d’accordo i relatori intervenuti - Liana Bilardi e Silvana Pinna (Fidapa), Angela Quaquero (Provincia), Andrea Leo (Prefettura), Ada Lai (Comune), Luisa Marilotti (Pari opportunità), Maria Grazia Caligaris (“Socialismo diritti e riforme”), Francesco Micilio e Mohammed Kouchrad (Acli) - le vere “pietre scartate” e rese invisibili arrivano dal continente subsahariano e dai paesi un tempo oltre la “cortina di ferro”.
Molte volte i comportamenti degli sfruttatori - è stato detto nel corso della tavola rotonda coordinata dalla giornalista Carmina Conte - sono una regola di vita nei paesi d’origine. Altre volte - come nei confronti delle badanti - vestono i panni dell’accoglienza: “Ti do i soldi e la casa”. È il primo di una serie di ricatti che pesa purtroppo su molte delle donne dell’Est.
«Badanti - per l’ex consigliera regionale Maria Grazia Caligaris - vittime di un caporalato, che le rende purtroppo schiave». (m.g.)