Ppr, c'è la nuova interpretazione: la legge passa tre veleni e polemiche
CAGLIARI. Alla fine la legge è passata: con 31 voti favorevoli, 20 contrari e un astenuto il consiglio regionale ha approvato l'interpretazione autentica del piano paesaggistico regionale voluto da Renato Soru nel 2006. Che rischia di non essere più un totem intoccabile.
La nuova norma elimina la necessità di copianificazione con il ministero dei Beni culturali per i vincoli sulla costa, nell'agro e vicino ai beni identitari. Le decisioni, sul tema delicato dell'urbanistica e dell'ambiente, verranno adottate solo in Sardegna. Per questo il capogruppo del Psd'Az Franco Mula, firmatario del testo, ha parlato di "una nuova pagina di autonomia, attraverso la riaffermazione di un diritto che affonda le radici nella storia del nostro Statuto. Diciamo no alla cultura del sospetto", ha proseguito, "e respingiamo una narrazione catastrofista che ipotizza addirittura la sanatoria di abusi o il ripristino di vecchie lottizzazioni, cose del tutto inesistenti. E’ vero invece, ha detto infine citando l’esempio del porto canale di Cagliari, che molti interventi strategici per la Sardegna sono stati e sono ancora bloccati per l’eccessiva rigidità delle norme in materia paesaggistica".
Una replica alle durissime critiche piovute dall'opposizione, oggi in aula e in commissione nelle scorse settimane. Oggi dal Pd Gianfranco Ganau ha parlato di "oscenità". La maggioranza aveva spinto per l'approvazione della legge in tempi brevi perché, si era detto più volte, il veto della Soprintendenza bloccava la realizzazione della nuova Sassari-Alghero. Ma mentre in aula le fazioni si scontravano, è arrivata la comunicazione del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli: "A risolvere i dissidi tra enti ci pensa il governo", ha fatto sapere l'esponente del governo Conte, "sbloccheremo l'opera in consiglio dei ministri" (QUI LA NOTIZIA).
Sembrava essere caduto quindi quello che l'opposizione in consiglio regionale ha sempre definito come un pretesto, quello della strada, per far crollare le tutele paesaggistiche e ambientali e dare così il via libera al cemento dove adesso è vietato: "Chi ha scritto il testo",ha accusato Massimo Zedda (Progressisti), "si è preoccupato solo di eliminare i vincoli. Le strade non interessavano. Si parla di strade come elemento di sviluppo sostenibile. Non si è capito che il concetto di ecosostenibilità va riferito alle opere da realizzare per tutelarne l’impatto ambientale. Cambiate i consulenti, sostituite i dirigenti e date in mano questi temi a persone competenti".
Il centrodestra a trazione sardista-leghista ha tirato dritto, per ottenere l'approvazione del testo. Perché quella del governo, è stato detto in numerosi interventi, è solo una promessa. E di Roma non c'è da fidarsi. Ora si possono solo osservare, con attenzione, le conseguenze di questa nuova norma. Anche se, come ha assicurato Fausto Piga (FdI) "abbiamo discusso solo una norma di interpretazione autentica. Non si parla di metri cubi, di cemento o di costruire nella fascia costiera. Avete tenuto il Consiglio in ostaggio facendo una caccia alle intenzioni con affermazioni gravi. Io non conosco nessuno che beneficerà di questa legge. L’ambiente non è di destra né di sinistra. Noi vogliamo proteggere l’ambiente ma non in modo ideologico"