Rassegna Stampa

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Cagliari, rabbia per le “nuove” strisce blu in via Cugia: “Non dobbiamo lavorare per pagarci il parc

Fonte: web Castedduonline.it
25 giugno 2020

Cagliari, rabbia per le “nuove” strisce blu in via Cugia: “Non dobbiamo lavorare per pagarci il parcheggio”

Più parcheggi a pagamento nel viale dietro il tribunale, una corsia più stretta. I commercianti non ci stanno: “Scomodissimo, i clienti non possono più fermarsi perchè hanno paura delle multe: perchè il Comune non offre dei pass speciali per chi ha un negozio? Paghiamo già tante tasse e vogliamo portare i soldi guadagnati a casa, non spenderli per i tagliandini”

 

Novità per i parcheggi a Cagliari, le strisce blu vengono ridisegnate anche in via Cugia. Da subito dietro il tribunale sino al semaforo che porta in via Scano, infatti, è arrivato il colore “del pagamento”. Certo, si pagava anche prima, ma c’era qualche parcheggio libero. Adesso, invece, accanto alla lunga aiuola centrale i parcheggi sono diventati a spina di pesce e, ai lati, l’operazione inversa: stalli in linea. Gli operai hanno portato spruzzini e tinta la settimana scorsa, poche ore per cambiare la modalità di sosta in una strada molto trafficata. Il piano è datato aprile 2019 e, stando alle cronache dell’epoca, fa parte di un accordo tra amministrazione comunale e la società Parcheggi Urbani: in via Cugia sono 53, oggi, gli stalli a pagamento. E i commercianti promettono battaglia e, per il momento, fioccano le lamentele.

“Un cambio totalmente negativo, non c’è più posto per passare o parcheggiare, è tutto a pagamento. Devo spendere centinaia di euro al mese, devo lavorare per mantenere il parcheggio”, sbotta Isabella Della Canfora, da sette anni titolare di una gastronomia: “Non ho mai avuto nessuna agevolazione per la sosta, arrivo ogni giorno da Assemini. I clienti, così come noi, non possono più fermarsi qualche minuto in doppia fila per entrare, ritirare la merce e andarsene. Oggi un’auto che stava uscendo da un parcheggio ha colpito la mia, nel mio lato non c’è più lo spazio. Se si guasta un bus o quando passa il camion della spazzatura stai ore in fila”.

Contraria anche Debora Porcu, alla guida di un negozio di frutta e verdura: “Prima c’erano stalli liberi. Meglio, non regolamentati, senza strisce. Per me il cambio è negativo, i clienti devono pagare anche per dieci minuti di sosta e non si fermano”. E, se si ferma, “si lamentano perché ricevono la multa anche se sgarrano di pochi minuti. Arrivo ogni giorno da Selargius, prima riuscivo a parcheggiare in uno stallo gratuito e ora devo pagare cinquanta centesimi per la prima ora e un euro per quelle successive. Non mi hanno dato nemmeno il carico e scarico, devo richiederlo al Comune. Assurdo che noi lavoratori non possiamo avere un pass: anche se non siamo residenti, paghiamo lo stesso le tasse”.