Rassegna Stampa

Il Sardegna

Non può fare il “nonno vigile” perché mancano le palette

Fonte: Il Sardegna
21 settembre 2009

Il caso. Il Comune ha stanziato 160mila euro per il progetto. La società che lo gestisce: ne mancano 43mila

Più di cento anziani consentiranno l'ingresso a scuola di bambini di elementari e medie nelle zone più trafficate. Ma molti non hanno l'attrezzatura adeguata Una settimana fa si presenta, come gli altri 120, alla chiesetta di Santa Chiara. Ha solo bisogno di un fischietto, una paletta, un giubbotto rinfrangente e un berrettino. Tutto ciò che serve per facilitare ingresso e uscita da scuola ai ragazzini di elementari e medie, soprattutto nelle zone più trafficate della città. Il kit completo del nonno vigile, insomma. Peccato che «di palette e fischietti non ce n'era neanche l'ombra - protesta A. G., 66 anni, alla prima esperienza (mancata) da nonno vigile - mentre il giubbetto e il cappellino, usati l'anno scorso da altri nonni, mi sono stati consegnati in condizioni igieniche pietose. Quando l'ho fatto presente mi sono sentito rispondere in modo non molto gentile, di arrangiarmi, perché loro non potevano farci niente ». Loro sono quelli della Onlus Sant'Anna, che da quest'anno coordina l'attività dei nonni vigili, al posto della Società degli operai. Dopo la rispostaccia A. G. riconsegna tutto («giubbotto e cappellino sporchi»), non senza polemiche: «Vorrei sapere che fine fanno i 160mila euro stanziati dal Comune per questo servizio ».
NON È L'UNICO a lamentarsi. Antonio Melis ha 67 anni, è di Sant'Elia ma “dirigerà il traffico” in via Bacaredda «perché a Sant'Elia è meglio se ci stanno le mamme del quartiere». «Molti nonni non hanno la divisa - aggiunge - se piove non possiamo certo mollare tutto e ripararci lasciando i bimbi per strada». Forse c'è una spiegazione per tutto questo: «Il Comune deve ancora versare 43mila euro», rivela il tesoriere della Sant'Anna, Carlo Suffiotti. Per questo mancherebbe parte dell'attrezzatura. Per questo i nonni non vedrebbero un centesimo dei quattro euro e ottanta netti all'ora che gli spettano per il servizio. «È solo volontariato - commenta Luisella Marroccu, al suo secondo anno da nonna vigile - anche perché se aspetti i soldi, campa cavallo». Volontariato che li tiene occupati. «Molti degli anziani che ci hanno contattato sono vedovi, soli», dice il presidente della Onlus, Giulio Seghezzi. La maggior parte si presta avere qualcosa da fare e per socializzare. Salvatore Mereu ha 67 anni, è un ex operaio dell'industria. Anche per lui è la prima volta: «Ho lavorato alla Saras, all'Enichen e a Portorres. Fare il nonno vigile è un modo per interagire». Salvatore Murgia è nonno vigile da 4 anni, ne ha 61 ma non li dimostra. Ha fatto l'operaio per tanti anni a Macchiareddu. Cambierebbe qualcosa: «Con i tempi che corrono abbasserei il limite massimo di età (ora è 70 anni) per poter fare i “nonni”, perché bisogna tenere gli occhi bene aperti». ¦ R. M.