Fase 2, troppi i dubbi in riva al mare: attesa per i chiarimenti dalla Regione
In spiaggia si può andare a pescare, ma non si può prendere il sole. In mare si può andare a fare pesca subacquea oppure a vela, ma i surfisti chiedono se anche a loro sia concesso cavalcare le onde così come aspettano delucidazioni i nuotatori. Sono tante le zone ancora fumose nella mappa delle ‘riaperture’ concesse dall’ordinanza numero 20 del presidente della Regione. Tante le interpretazioni contrastanti che arrivano dalle amministrazioni comunali perché l’atto di Solinas da una parte consente l’attività motoria e sportiva ma dall’altra chiude le spiagge. Una domanda ricorrente in questo inizio di Fase2 sovrappone queste due prescrizioni: “Ma, alla fine, si può andare a correre in riva al mare?”.
Il Comune di Sant’Antioco sostiene che si possa fare, perché il divieto di accesso alle spiagge “è da intendersi come divieto alla sosta, non al transito sull’arenile – si legge nella pagina Facebook istituzionale -. Lo stesso articolo, infatti, specifica che nelle spiagge è possibile svolgere le attività consentite dalla medesima ordinanza, quindi passeggiate, attività motoria. Ciò che è da considerarsi vietata è la sosta: quindi non sarà possibile ‘prendere il sole‘, in sostanza”. Di diverso avviso, invece, sono al Comune di Quartu dove il divieto di accesso alle spiagge viene interpretato in modo più radicale, consigliando agli appassionati di andare a correre nella passeggiata ciclopedonale, ma non sulla spiaggia del Poetto. Non la pensa così il sindaco di Badesi, che ha dato il via libera all’attività motoria in spiaggia. “Ho interpretato alla lettera l’ordinanza del presidente della Regione – ha spiegato Gian Mario Mamia all’Ansa -. A Badesi non abbiamo parchi dove svolgere l’attività motoria. Il nostro parco naturale è la spiaggia, e mi è sembrato più che giusto consentire l’accesso ai nostri concittadini: si può passeggiare, correre, fare attività fisica, ma sempre mantenendo la distanza di sicurezza dalle altre persone”.
Un altro aspetto da chiarire riguarda la possibilità di fare il bagno. Nel limbo tra il divieto di accesso alle spiagge e il via libera alle attività sportive ci sono anche i nuotatori. Stare da soli in mezzo al mare è di certo uno dei modi più sicuri per evitare di entrare a contatto con altre persone e rischiare di non rispettare le distanze di sicurezza, ma il divieto di accedere alle spiagge non rende possibile praticare questa disciplina. Ci sono posti lungo le coste, come Martina Piccola a Cagliari, dove gli appassionati del sup (stand up paddle) prendono il largo senza accedere alla spiaggia del Poetto. E non è ancora chiaro se ciò sia consentito, così come non tutti gli appassionati del surf abbiano la certezza di potersi lanciare in mare con la tavola. Nell’ordinanza 20 (clicca qui per consultare il documento completo) viene dato il via libera anche alla pesca, ma si parla di quella sportiva e non di quella ricreativa-amatoriale. Il testo consente la “pesca sportiva, subacquea, da terra o a lenza”: i pescatori restano quindi tra i pochi autorizzati a entrare nelle spiagge proibite, ma sembra difficile che le forze dell’ordine possano controllare se hanno tutti il titolo per farlo.
Sapere se si può fare il bagno o andare in spiaggia non è di certo il primo dei problemi dopo due mesi chiusi in casa con l’economia sarda che cade a pezzi. Ma con la colonnina di mercurio che all’inizio di maggio sfiora già i 30 gradi in diverse zone dell’Isola e la voglia di riconquistare qualche libertà, in sicurezza, spingono tanti sardi a cercare di capire cosa effettivamente si possa fare senza rischiare sanzioni o, bene che vada, rimproveri da parte delle forze dell’ordine. Il presidente della Regione, Christian Solinas, nei giorni scorsi ha dato già alcuni chiarimenti, ma ha anche annunciato che è in arrivo un nuovo documento che servirà a spiegare bene tutti i dettagli di ciò che è consentito tra le maglie della sua ordinanza e dell’ultimo decreto del presidente del Consiglio.
In mezzo ci sono anche i provvedimenti dei sindaci, che possono cambiare le carte in tavola nei vari centri dell’Isola. Le risposte alle domande più frequenti sono una pratica ormai consolidata anche da parte del Governo perché ogni provvedimento viene accompagnato da una pioggia di richieste di chiarimento e sul sito istituzionale (governo.it) vengono pubblicate le ‘Faq‘ (Frequently asked questions: le domande più ricorrenti). Ma non sempre da lì arrivano soluzioni valide per tutti: in Italia l’accesso alle spiagge è consentito, in Sardegna no. Anzi, anche in questo caso, dipende dall’interpretazione che i sindaci stanno dando al provvedimento della Regione. E i primi cittadini aspettano chiarimenti da Villa Devoto.
Marcello Zasso