Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Quei mostri osceni su Santa Gilla»

Fonte: La Nuova Sardegna
21 settembre 2009

DOMENICA, 20 SETTEMBRE 2009

Pagina 2 - Cagliari 



La requisitoria sulla città del grande urbanista Pierluigi Cervellati





di Mauro Lissia
CAGLIARI. I palazzoni del costruttore Sergio Zuncheddu a Santa Gilla sono «mostri osceni, che hanno oscurato una collina archeologica»: parole di Pierluigi Cervellati, uno dei più autorevoli urbanisti italiani, intervenuto al convegno di Italia Nostra su ‘Castello, la rocca violata’.
Il tema proposto da Fanny Cao e Piero Castelli di Italia Nostra, discusso al Viceregio, era legato alla proposta di piano particolareggiato del centro storico col quale l’amministrazione Floris vorrebbe riempire di nuovi mattoni i «vuoti urbani» rimasti salvi dalla furia edificatoria del dopoguerra. Cervellati ha ricordato la Cagliari degli anni cinquanta («una città straordinaria, fra le più belle d’Italia») e l’ha confrontata con quella attuale, conseguenza di decenni di amministrazione ignorante: «Che orrore, quanta volgarità in quei palazzi davanti a Tuvixeddu - ha insistito l’urbanista - si può accettare un intervento del genere?». Il grande architetto ha messo il dito su piaghe evidenti: «E’ diventata una città-garage, un parcheggio diffuso - ha detto - e sento che si vorrebbero costruire ancora altri parcheggi e altri alloggi, malgrado quelli liberi siano migliaia. E’ una città che ha subìto una metamorfosi negativa, che ha impoverito chi abita il Castello e tutti gli altri quartieri. Perchè, chiedo agli amministratori, si continua a costruire se la popolazione diminuisce? Perchè aggredire il centro storico?». Lapidaria la chiusa di Cervellati, di fronte a un Nanni Campus, assessore comunale all’urbanistica, apparso piuttosto imbarazzato: «Chi distrugge il centro storico non distrugge il passato, ma il presente e il futuro di una città».
Campus («io non ho responsabilità») ha provato a replicare dopo gli applausi scroscianti che un pubblico insolitamente folto, in rapporto alla complessità del tema, ha tributato a Cervellati. L’assessore ha illustrato le foto delle sue vacanze in Scozia, dove anche una città come Edimburgo è apparsa - così ha sostenuto - ricca di contraddizioni urbanistiche e di interventi mostruosi. Campus non ha risposto alle domande dell’autorevole collega, si è limitato a chiarire che il piano particolareggiato «è solo una proposta» per poi porre un quesito: «Chi deve andare ad abitare il centro storico?». Quesito rimasto in sospeso, soprattutto di fronte a dati preoccupanti che dimostrano come il Castello e gli altri rioni antichi della città abbiano perduto negli anni migliaia di abitanti per affollarsi di bed & breackfast e locali commerciali. Eppure Castello «è un simbolo di Cagliari, di una città che soltanto il sindaco Ottone Bacaredda ha pensato» e per questo «vanno salvaguardate anche le sue rovine» ha osservato Graziano Milia, presidente della Provincia. Obbiettivo difficile in una città dove «la classe economica dominante è diventata quella dei costruttori» e dove un monumento eccezionale come l’anfiteatro «è ancora vergognosamente coperto di tavoloni». Dal testo sulla distruzione di Sassari scritto da Salvatore Mannuzzu e letto dall’attore Elio Turno Arthemalle alla citazione di Antonio Cederna, autore il giornalista di Repubblica Francesco Erbani, il filo conduttore è rimasto lo stesso: «Non c’è niente di più moderno che la salvaguardia dell’antico».