Cagliari, boom di aumenti per frutta e verdura: “Prezzi folli, rialzi sino al 34 per cento”
Nel pieno dell’emergenza Coronavirus arrivano i dati dell’inchiesta dell’Adoc: “Arance, mele, pere, anche cavolfiori e radicchio: gli aumenti più alti nella grande distribuzione”. E scompaiono i prodotti sardi: “Patate francesi e aglio cinese, qualcuno sta facendo il furbetto””. Tutti i numeri. Anche voi avete notato rincari?
Un chilo di mele? “Da un euro a un euro e quaranta”. I finocchi? “Saliti sino a 2,30 euro al chilo”. E i pomodori camona? Sfondano anche il tetto dei “cinque euro”. Sono solo alcuni tra gli esempi snocciolati dall’Adoc Sardegna, legati ai prezzi di frutta e verdura nella grande distribuzione organizzata nell’ultimo mese, cioè più o meno da quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus. “Aumenti ingiustificati, qualcuno sta facendo il furbetto”. La lista è lunga, e le segnalazioni di rincari fatte da semplici cittadini all’associazione sarebbero già numerose: “Oscillano tra il 21 e il trentaquattro centesimi. Nessuno può venire a dirci che la domanda supera l’offerta perché è falso, siamo sempre sugli stessi livelli”, commenta il presidente regionale Giuliano Frau. “Sempre nel settore delle mele, le Fuxi ormai arrivano a un euro al chilo, 1,59 per le Golden. I cavolfiori costano sino a 2,30 euro al chilo”. E, nelle ultime settimane, stando sempre alla denuncia dell’Adoc, starebbero scomparendo alcune produzioni sarde: “Le patate stanno arrivando dalla Francia, i pomodori dalla Spagna, l’aglio addirittura dalla Cina e dall’Ecuador”. Come mai? “Difficile dirlo, è strano pensare che, per via del Coronavirus, in Sardegna non ci sia più chi raccoglie i prodotti dei campi”.
Va un po’ meglio nei mercati civici: “A San Benedetto i rincari sono più contenuti, ma solo perché qualche boxista è, a sua volta, anche coltivatore. I limoni, però, sono saliti sino a toccare quota 1,50 euro al chilo”. Per Frau, tutti questi aumenti, oltre che essere “folli e ingiustificati”, sarebbero “assurdi” nel momento in cui “la qualità della merce non è certo alta. La legge di mercato è spietata per quanto concerne i rincari, ma servono sicuramente più controlli, serrati, per controllare tutti questi aumenti di prezzi. Serve, inoltre”, sostiene il segretario regionale dell’Adoc, “che chi di dovere faccia riaprire, al più presto, i mercati all’aperto, seguendo tutte le prescrizioni del caso legate alla distanza. Lì, infatti, i prezzi sono equi e la merce è più genuina”.