Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un esercito di anziani a spasso

Fonte: L'Unione Sarda
18 marzo 2020

Serena ha 70 anni, è asmatica e anche una banale influenza potrebbe avere per lei conseguenze molto gravi. È ferma sul marciapiede di via Bacaredda, nel cuore commerciale di Cagliari, come se attendesse qualcuno. «Volevo fare un po' di spesa perché a casa ho finito quasi tutto, ma vista la situazione non so se è il caso di rischiare», spiega indicando l'ingresso del mercato di San Benedetto, dove almeno venti persone si tengono a distanza di sicurezza in attesa di entrare.
Il suo sguardo si illumina, sorride da sotto la mascherina d'ordinanza. Forse, come tutti noi, si è già disabituata ad avere a che fare col prossimo. In pochi giorni, anche se sembrano mesi, tutti sono diventati potenziali minacce, possibili portatori del mostro invisibile da tenere a distanza. «Esco ogni giorno - ammette - ho la glicemia alta e devo passeggiare altrimenti avrei problemi, è la mia terapia. Se sto attenta? Certo, cerco di tenermi lontana dagli altri e ho sempre la mascherina».
La città che va avanti
A mezzogiorno Cagliari non sembra una città fantasma. Il traffico è quello di una domenica mattina un po' noiosa, i bus viaggiano con pochi passeggeri ma non sono vuoti e per le strade c'è una certa animazione, soprattutto davanti ai market e alle farmacie, dove le code non sono code ma piuttosto piccole costellazioni di pianeti lontani. Epperò c'è anche chi cammina, chi percorre le strade insolitamente silenziose, schivandosi come in uno slalom e con gli sguardi persi nel vuoto o fissi sullo smartphone. Nessuno sorride o si rivolge la parola. Uomini e donne a spasso coi cani, pochissimi giovani, praticamente scomparsi i bambini.
La giovane e la mamma
Virginia, 20 anni, corricchia in via Dante mentre ascolta musica con le cuffie. «Studio all'università in Liguria ma sono tornata prima dell'emergenza - racconta -, abito qua vicino e sto facendo una passeggiata, so che si può fare, so badare a me stessa». In piazza Yenne, mentre una ventina di clienti aspettano di entrare alla Crai, ecco comparire Eva con in braccio il figlio più piccolo e per mano l'altro. «Sono andata a prendere il libro di scuola per il grande - spiega trafelata -, altrimenti non può fare i compiti. Me l'ha portato un'altra mamma, ci siamo incontrate a metà strada. Ora stiamo rientrando, siamo due settimane chiusi in casa».
Gli anziani in giro
Ma soprattutto ci sono gli anziani, cioè i soggetti più esposti alle conseguenze nefaste del coronavirus. In tantissimi se ne vanno a spasso a piedi, spesso senza alcuna protezione, più per combattere la solitudine che per reali urgenze. Alla fermata del bus di viale Sant'Avendrace, c'è Salvatore. Ha 87 anni, è originario di Senorbì e non ha né mascherina né autocertificazione. Alla domanda del perché sia uscito di casa risponde un po' spaventato, come se dovesse giustificarsi. «Abito al Corso e sono venuto a piedi sino a qui per fare la spesa al supermercato», giura mostrando la tesserina dell'Iperpan come prova. Con sé però non ha buste. «Non ho preso nulla? Certo, perché non ho trovato ciò che cercavo, cioè le mascherine», replica. Spaesati, quasi sotto choc. Così stanno vivendo i nostri nonni la quarantena e le continue raccomandazioni a non uscire di casa. Tanto che avere qualcuno con cui attaccare bottone diventa quasi una fortuna. Così è per Deuccio Sirigu, 68 anni, che cammina in viale Jenner con una sciarpa avvolta sul viso a mo' di mascherina. «Sto andando a fare la spesa, non si può?». Poi, rassicurato dal fatto che non sia un controllo, domanda: «Mia mamma vive a Orroli, ha 93 anni e vorrei andare a trovarla, sa se si può chiedere un permesso?». No, non si può, ma chissà se Deuccio («il mio nome è unico», sorride felice per quel breve momento di normalità) se ne farà una ragione. Anche Sandro Pilia, 80 anni, ha l'aria di chi stenta a riconoscere la sua città. Ha casa in via Lodigiana e se ne va con passo malfermo per via Is Mirrionis, zona popolare dove sono tanti i capannelli di gente che chiacchiera senza troppe preoccupazioni. «Sto passando in farmacia, una cosa sbrigativa e poi torno a casa - risponde -. Sono uscito senza mascherina perché le doveva comprare mia moglie ma non le ha trovate».
L'auto rimossa
Irresponsabili? Forse. Ma poi senti la storia di Francesco Franchi, 74 anni, e allora alzi le mani. «Dovevo fare un po' di spesa dopo dieci giorni chiuso in casa ma quando sono uscito non ho trovato più la mia auto - racconta -. Me l'hanno rimossa, era parcheggiata in via San Mauro. Mi hanno detto che hanno messo i cartelli perché dovevano fare dei lavori ma come facevo a vederli se, come mi hanno detto di fare, sono rimasto a casa?». Francesco si è anche fatto accompagnare al deposito delle auto rimosse in viale Monastir, per cercare di riaverla. Ma inutilmente: «Mi hanno risposto che devo pagare la multa ma io prendo 600 euro di pensione e non voglio buttare via i soldi». La pandemia ha certamente cambiato tutto, meno che la stupida burocrazia.
Massimo Ledda

Farmacie, market, negozi di alimentari ed edicole. È attorno a questi punti vendita, gli unici aperti in tutta la città, che in questi giorni surreali i cagliaritani si incrociano senza però mai incontrarsi