Coronavirus: code ordinate nei market, mascherine ai banconi
Niente panico, ma bisogna stare attenti. Il solito sorriso cordiale e tranquillizzante di chi lavora al bancone della gastronomia o della macelleria, nel supermercato di Gianluca Zedda di via Cocco Ortu a Cagliari, punto di riferimento per la spesa quotidiana del popoloso quartiere di San Benedetto, oggi non si vede perché è dietro le mascherine.
“Non è obbligatorio – spiega il giovane titolare all’ANSA – ma di comune accordo con i dipendenti abbiamo deciso di usare questa precauzione anche a tutela del cliente. La gente è molto spaventata e spesso si confronta con noi soprattutto per le bufale e le fake news che si diffondono. Noi cerchiamo di rassicurare tutti, mostrando anche con i fatti che, facendo attenzione, si deve andare avanti. Anche col sorriso”.
Per il resto sono sufficienti le prescrizioni sull’igiene previste dalle norme contro il contagio. “Guardi le mani: sono secche a furia di usare prodotti igienizzanti alla cassa – spiega Zedda – Ma questo lo abbiamo sempre fatto, anche prima dell’emergenza”. L’assalto agli scaffali?
“È partito il giorno dello stop alle scuole – racconta il commerciante – Il prodotto più richiesto è l’Amuchina. Ma stanno andando a ruba tutti i prodotti con la dicitura ‘presidio medico’. Poi carrelli pieni soprattutto di latte, farina e pasta”. Volano le consegne a domicilio. “Noi offrivamo questo servizio già da tempo ma ora, per far fronte alle richieste, ho assunto anche un altro dipendente – annuncia Zedda – Spesso sono i figli a fare la spesa per i genitori anziani che rimangono a casa come precauzione. Ma a volte loro non ce la fanno e chiedono a noi di portare la spesa ai loro genitori”.
Alla cassa è fila continua, ma ordinata. “I clienti si sono autodisciplinati – osserva il titolare del market – quasi non mettono la spesa nel nastro se prima non abbiamo terminato con chi lo precede. Sembrano file lunghe ma in realtà sono code con le persone che stanno a distanza di un metro l’una dall’altra”. Attenzione, ma anche il solito clima familiare che caratterizza il supermercato: ora si parla più di coronavirus che di Milan o Cagliari.
Ma cercando di sdrammatizzare: “Inevitabile parlarne – conferma Zedda – ma cerchiamo di ragionare insieme al cliente, magari con una battuta. Attenzione sì, ma non allarmismo”. A Quartu, intanto, in un supermercato fila fuori dall’ingresso. Obiettivo, evitare sovraffollamento: si entra solo quando all’interno si è in grado di mantenere le distanze previste dalle ultime disposizioni per l’emergenza coronavirus