DOMENICA, 13 SETTEMBRE 2009
Pagina 1 - Cagliari
Maria Antonietta Mongiu: «È stato il Comune a volerlo a Sant’Elia. Poi lo ha affossato»
di Roberto Paracchini
CAGLIARI. Da alcuni mesi veniva dato per scontato: il progetto del Betile sarà cassato. Adesso c’è la certezza. Nell’elenco pubblicato dal Corriere della Sera l’8 di questo mese il museo non figura tra le undici opere finanziate per il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia. La struttura dell’arte nuragica e contemporanea, fortemente voluta dall’ex presidente della Regione Renato Soru, era stata infatti inserita all’interno di questo capitolo: un modo per avere i soldi necessari e per sveltire tutte le operazioni, visto che queste opere godono di un binario preferenziale. Sono inserite nella categoria dei grandi eventi e gestite direttamente dalla Protezione civile.
Poi il museo, che sarebbe dovuto sorgere nel rione di Sant’Elia, era stato inserito nell’accordo di programma firmato dal governatore Soru e dal sindaco Emilio Floris (che comprendeva anche il recupero abitativo di Sant’Elia, il campus universitario di viale La Plaia e tre milioni per il secondo lotto della ripavimentazione di Villanova). Ma questo atto (firmato il 28 marzo del 2008) non venne ratificato dal consiglio municipale. Successivamente c’è stata la vittoria elettorale di Ugo Cappellacci alla Regione e il progetto è stato accantonato.
«Niente di meglio per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti - precisa Maria Antonietta Mongiu, assessore regionale alla Cultura durante la Giunta Soru - che voleva e ha tagliato le risorse anche per la manifestazione dei 150 anni».
Il problema, per l’ex assessore, «è che non si è mai visto che si rinunci così a venti milioni del Cipe e altrettanti per i 150 anni. Le altre città coinvolte hanno invece difeso con le unghie e coi denti i loro stanziamenti. A Cagliari, no. E non è un caso che la realizzaszione del museo Betile risulti anche nel piano strategico di Cagliari». Per la Mongiu «lo scandalo è che la realizzazione di quest’opera, in un primo tempo Renato Soru aveva pensato di farla al centro della Sardegna. Poi venne convinto che era bene agire su Cagliari. Ma lui pensava alla costruzione del Betile all’interno del porto. Ma fu proprio il Comune a convincerlo che andava a Sant’Elia: per aiutare il rione e per essere, simbolicamente, la porta d’ingresso della città. Alla fine, però, è stata proprio Cagliari a eliminare il progetto. Si tratta di una vicenda che grida vendetta».
Il museo dell’arte nuragica e contemporanea è stato progettato da Zaha Hadid (premio Pritzker, Nobel dell’architettura) con l’intento di diventare una struttura di sviluppo del territorio ed emulare il Guggenheim di Bilbao, che ha dato un contributo determinante alla riqualificazione di quell’area.
«Il problema - continua Maria Antonietta Mongiu - è che è stato già fatto anche il progetto esecutivo, oltre allo studio di fattibilità e a tutta la fase istruttoria. E questo, ovviamente, andrà pagato: saranno soldi buttati. Ma quello che rammarica maggiormente è il fatto che si sia perso un treno così importante sia per Cagliari che per la Sardegna». Sul progetto c’erano state pesanti critiche da parte di An e dell’Udc, anche se queste ultime più di carattere tecnico che di impostazione culturale.