Di Paolo Rapeanu
Sì alle biciclette e corsie per le auto più strette in viale Trieste. L’idea del Comune non piace ai negozianti: “Senza alberi, in estate, si morirà di caldo. Perchè vogliono stravolgere tutto per quattro ciclisti?”
Le radici ormai hanno spaccato i marciapiedi in decine di punti, e una parte di quei “ficus retusa” dovranno essere eliminati. Almeno questo è quanto prevede il progetto preliminare previsto dal Comune di Cagliari per il viale Trieste. L’altra novità riguarda l’arrivo delle piste ciclabili, con un possibile restringimento delle corsie dedicate alle automobili. Sinora, utile ripeterlo, si è alla fase preliminare dell’intervento. L’idea di veder passare bici e di dover dire addio a tanti alberi, però, non piace per nulla ai commercianti della strada. In una strada dove i parcheggi non mancano, a detta di chi ha un negozio “spesso i clienti si devono parcheggiare in doppia fila” e, senza le alte fronde di una parte dei ficus, d’estate il rischio è quello di prendersi una bella insolazione. Ma il “no” più forte rimane comunque quello per le corsie dedicate agli amanti delle due ruote senza motore. Italo Sulliotti, 81 anni, è lo storico titolare di un negozio di dolciumi: “Contrarissimo alle piste ciclabili, per favorire quattro biciclette il Comune vuole scombussolare tutto il traffico? Nessuno deve toccare gli alberi, ci sono da una vita”. Parere condiviso da un suo dipendente, Luciano Serri, 50 anni: “Se mettono le piste ciclabili qui sarà un disastro, mancano parcheggi e sarà ancora più difficile trovare un posto per chi viene, in auto, da lontano. Qui non possiamo far utilizzare ai nostri clienti nemmeno gli spazi di carico-scarico dei camion”.
Giovanna Pistis, da trentacinque anni, vende giacche e abiti in viale Trieste: “Se taglieranno alcuni alberi moriremo di caldo in estate, la pista ciclabile non va assolutamente bene. A malapena, infatti, riesco a lavorare con la doppia fila, non mi immagino cosa succederà con l’arrivo delle piste”, osserva la negoziante. “Viaggio quattro volte al giorno, sempre con l’automobile, per venire al lavoro. Spesso devo lasciare la macchina in doppia fila o”, non sempre, “attendere per trovare un parcheggio”.