Di Ennio Neri
Sulla natività nella piazza del rione luminarie e un lampadario. Esultano gli organizzatori: «Devo dire che non ci speravamo più di tanto. Invece questa nostra richiesta è stata accolta con e qualche giorno prima di Natale. E’ diventata subito un’attrazione per i tanti visitatori che scattano di continuo foto e selfie»
Via all’illuminazione nel presepio di piazza San Domenico. Un simbolo di cristianità che assume rilevanza particolare in una zona della città popolata da extracomunitari di altre religioni, alcuni dei quali hanno collaborato alla realizzazione dello stesso presepe. Dopo le richieste l’amministrazione ha provveduto ha illuminare l’opera.
«Ho voluto esaudire con immenso piacere una richiesta pervenutami in assessorato da parte di alcuni bambini del quartiere di Villanova», spiega Alessandro Sorgia, assessore alle Attività produttive, «è importante riappropriarci dei simboli della cristianità e aggregare intorno a questi i cittadini, e respirare tutti insieme una bella aria natalizia. Mi auguro che tali manifestazioni possano diffondersi in città. Esortiamo anche gli altri quartieri a compiere iniziative di questo tipo e il prossimo anno cercheremo di soddisfare tutte le richieste di contributo che ci arriveranno per tempo. Contiamo inoltre sull’aiuto della Regione che ci ha già dato disponibilità e alla quale chiederemo dei fondi aggiuntivi».
«Insieme ai bambini del quartiere abbiamo scritto una lettera all’assessorato », spiega Giovanni Frongia, ideatore e promotore dell’iniziativa, «affinché questo presepe fosse illuminato ed avesse il suo splendore anche la sera. Devo dire che non ci speravamo più di tanto. Invece questa nostra richiesta è stata accolta con e qualche giorno prima di Natale. E’ diventata subito un’attrazione per i tanti visitatori che scattano di continuo foto e selfie».
L’iniziativa ha comunque trovato la simpatia di tutte le componenti etniche e religiose del quartiere. Non è un caso se «anche diversi musulmani residenti a Villanova hanno mostrato grande rispetto e apprezzamento – racconta ancora Frongia – un ragazzo del Bangladesh ci ha addirittura aiutato a posizionare le statuine e ci sono bambini e cittadini da tutta Cagliari che portano in dono qualcosa come statuine, casette, luci o altro materiale».