Il quartier generale di Luna Rossa è una via di mezzo tra una base aerospaziale e l'officina più linda del mondo. Qui vige una regola che non può essere violata: guai a riferire quel che accade sotto le tende bianche bordate di rosso. Proibito fare riprese o fotografie e le informazioni preziose vengono taciute a chi non indossa la giubba grigia simbolo del team. Ieri, al margine della conferenza stampa di presentazione delle World Series dell'America's Cup, lo skipper Max Sirena, neo cittadino onorario di Cagliari, ha fatto da cicerone nella base. Trenta minuti tra gli hangar dove si perfeziona il monoscafo volante con il quale l'equipaggio marchiato Prada spera di vincere la coppa. La migliore tecnologia del mondo è al servizio di una squadra composta da 140 persone che lavora senza sosta. «Cerchiamo di realizzare all'interno degli hangar tutto il possibile, perché quando si va fuori il rischio che le informazioni diventino pubbliche è concreto», dice Sirena che dello spionaggio non fa alcun mistero. «È una cosa nota. Ora per esempio ci sono due gommoni, uno della spia neozelandese e uno di quella americana, lo spionaggio fa parte della Coppa America, è nella storia e nel dna dobbiamo cercare di fare vedere il meno possibile. È una regola che dobbiamo rispettare per primi noi dell'equipaggio. Fa parte del gioco».
Negli hangar
Ed eccola allora questa base protetta da una cancellata grigia che guarda al Golfo degli Angeli. Due hangar disposti l'uno di fronte all'altro. Al centro del primo stanzone ricavato sotto una tenda extralarge c'è un carrello nero che chiamano Megatron utile per posare la preziosa barca quando non scivola veloce sulla cresta del mare. L'aria odora di gomma e resina perché nei container sistemati tutto intorno si lavorano materiali degni di una spedizione lunare. L'altro hangar e poco più in là, una sartoria d'eccellenza nella quale le vele costruite dall'americana North Sails vengono messe a misura a perfezionate in ogni dettaglio. Sulla parete del laboratorio ricavato sul lato più stretto campeggia una mappa del sistema idraulico del monoscafo: sul tavolo di legno viti, giunture e altri minuscoli arnesi poggiati come oggetti preziosissimi su vassoi foderati di carta bianca. Tra gli ospiti pochi azzardano domande, la materia non è facile. Ecco allora che Sirena cerca di rendere le cose più semplici mostrando quel che dovrebbe sembrare un albero, poi agitando le mani nell'aria disegna una randa immaginaria e descrive il vento come un arcobaleno. Una spiegazione generosa prima che la delegazione si avvii verso l'ultima tappa del tour: davanti a panettone e spumante per un brindisi di buona fortuna. ( m. c. )