Porto canale, l'appalto per la gestione
Ha sondato con discrezione il terreno. Poi il presidente dell'Autorità portuale Massimo Deiana ha pubblicato il bando per la concessione del Porto canale. Entro il 28 febbraio le società interessate a gestire lo scalo dovranno presentare le loro proposte. Un avviso che, oltre a essere pubblicato nelle Gazzette ufficiali italiana ed europea, troverà spazio nei giornali nazionali e internazionali.
Il bando
L'Autorità portuale vuole trovare un'azienda interessata a gestire i 1.600 metri di banchina, con un fondale di 16 metri, e i 400 mila metri quadri di piazzale. Ma ci sono società interessate a prendere in carico il Porto canale? Deiana non si sbottona anche se, giudicare dai movimenti di questi giorni, parrebbe proprio di sì: avrebbero preso informazioni la Hapag-Lloyd, la Msc container, una società cinese e un fondo di investimenti del Qatar. Notizie che rappresentano una speranza per i lavoratori, presenti in gran numero alla presentazione del bando fatta al terminal crociere: a settembre 2020 scadrà la cassa integrazione e, quindi, in assenza di novità, si ritroverebbero senza lavoro.
La situazione
Il bando andrà avanti a prescindere dagli sviluppi che si attendono da Roma: c'è da risolvere il problema del vincolo paesaggistico e ci sono da portare a casa la Zes (Zona economica speciale) e la zona franca. Ostacoli che, comunque, non impediscono l'attività di transhipment . Il superamento di quegli ostacoli servirebbe, però, a far sì che, oltre alla movimentazione, il Porto canale possa ospitare anche la lavorazione delle merci.
I sindacati
Uno spiraglio di speranza per i lavoratori. Che, attraversano i sindacalisti, sottolineano anche le criticità. «Intanto», afferma Danilo Agus della Fit-Cisl, «visto che siamo a casa dal 1° settembre, questo bando doveva essere fatto prima». E poi c'è l'aspetto economico. «Il presidente ha parlato di premialità e di penalità: non vorremmo che queste ultime fossero talmente pesanti da far fuggire eventuali investitori». E poi c'è il “tema canone”. «Era inferiore a 1,5 milioni all'anno, ora passa a 2,1: forse, visto che si sta ripartendo, almeno i primi due anni si sarebbe potuta evitare questa spesa a chi si aggiudicherà il bando».
Intanto qualcosa si muove. «E questo va benissimo». Deiana è fiducioso: «La proposta è allettante per il mercato». Anche per i lavoratori: il criterio di valutazione è basato su 100; 25 riguardano il riassorbimento dei dipendenti.
Marcello Cocco