Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La Protezione civile: i Comuni non sono soli

Fonte: L'Unione Sarda
6 dicembre 2019

La Protezione civile: i Comuni non sono soli

«Da domani e per le successive 24-30 ore si prevedono sulla Sardegna orientale e meridionale precipitazioni localmente anche molto elevate, con sviluppo di temporali forti e isolati...». L'avviso, di criticità moderata (arancione), è quello inviato ai sindaci martedì scorso.
Il dilemma
Che fare? Perché il primo cittadino di un Comune sceglie di chiudere scuole, parchi e cimitero, e quello della città accanto non fa nessuna ordinanza? E se un paese si trova al confine, per dire, tra il verde e il giallo? La questione non è nuova, le critiche si sprecano. È successo che fossero annunciate piogge pesanti e poi non si sia vista una goccia d'acqua, oppure che il colore dell'allerta cambiasse diverse volte durante la giornata, facendo ammattire gli amministratori.
La prudenza
«Non è semplice prendere decisioni, lo so bene», sottolinea l'assessore all'Ambiente Gianni Lampis, «ma credo che la prudenza non sia mai troppa. Preferisco che esplodano le polemiche quando siamo tutti vivi, difendo chi prende certe decisioni. I fattori di valutazione sono diversi, le situazioni possono cambiare anche a poca distanza, i sindaci conoscono la storia e i rischi del loro paese, e sono in grado di valutare. Certo, è importantissimo che tutti i Comuni abbiano il loro Piano di protezione civile, attualmente 87 non ce l'hanno, abbiamo messo in campo le risorse per aiutare a redigerli. Inoltre, stiamo investendo molto anche nelle esercitazioni, che consentono di acquisire esperienza, di non farsi cogliere impreparati.
Le responsabilità
Interviene il direttore generale della Protezione civile dell'Isola, Antonio Belloi: «Nessuno cerca di scaricare responsabilità su altri, il sindaco non è mai solo, noi ci siamo 24 ore su 24. Facciamo un monitoraggio ogni tre ore ed emaniamo un bollettino, che viene inviato via sms a tutti i sindaci. In alcuni casi, li chiamiamo direttamente. Nel messaggio si trova anche il link al sito, dove ci sono tutti gli elementi necessari per decidere. In sostanza, non bisogna limitarsi a guardare il colore dell'allerta, serve una lettura più approfondita, controllare gli orari e l'evolversi della situazione. Il sindaco è la massima autorità di protezione civile nel Comune, e a lui spetta stabilire eventuali chiusure di luoghi pubblici. Noi non possiamo entrare nel merito, però siamo sempre pronti a supportarli. Può capitare che una persona sia più “sensibile” di un'altra, ma può anche succedere che con fenomeni diffusi tutte le zone coinvolte nell'allerta non siano interessate nello stesso momento». Aggiunge: «È essenziale che le comunicazioni siano semplici, che tutti parliamo lo stesso linguaggio. Stiamo facendo una serie di incontri con i sindaci, per formarli, perché siano in grado di analizzare tutti i dettagli che trovano nel sito».
Il buon senso
Secondo Franco Mula, consigliere regionale del Psd'Az ed ex sindaco di Orosei, «la prima cosa è che ogni Comune abbia il suo Piano, e non solo sulla carta, lo deve mettere in pratica». Per quanto riguarda la chiusura delle scuole, avverte: «Troppo semplice dire alle famiglie di tenere a casa i ragazzi. Io, che ho anche vissuto “Cleopatra” nel 2013, non ho mai fatto ordinanze di chiusura, quando c'era l'allerta meteo, con i tecnici uscivamo alle 6 del mattino a fare verifiche, non ci si può basare soltanto sulle previsioni. Il sindaco ha, tra le tante, anche questa grande responsabilità, e se agisce con buon senso ed è capace di trasmettere serenità, non sbaglia».
Cristina Cossu