«Stadio, spero sia la giornata giusta»
«Mi auguro che sia la giornata giusta». Mario Passetti, 42 anni, direttore generale del Cagliari calcio, potrebbe essere a Palazzo Bacaredda quando oggi alle 18 inizierà il dibattito sul piano per Sant'Elia.
Tutta la città aspetta il nuovo stadio. Da uno a dieci, quanta fretta avete?
«Undici, come la nostra maglia più importante di sempre..»
Cosa si aspetta dal dibattito in aula?
«Il piano arriva dopo un lungo e laborioso lavoro da parte della commissione Urbanistica, partito con la precedente amministrazione e proseguito con quella attuale. Auspico che si arrivi alla sintesi di questi grandi sforzi attraverso un voto positivo a beneficio di tutti i tifosi e di tutti i sardi».
Ci sono già sei emendamenti. Quando pensa che verrà approvato?
«Penso e mi auguro che oggi sia la giornata giusta».
Riuscirete a posare la prima pietra nel 2020, anno del centenario?
«Dopo l'adozione del piano guida in Consiglio comunale, ci saranno 60 giorni per l'approvazione definitiva. Trascorso questo periodo il Cagliari calcio potrà iniziare la progettazione definitivo-esecutiva. Se questi tempi verranno rispettati, la società sarà virtuosa nel completare quel processo insieme ai suoi progettisti entro la fine del campionato in corso e poterlo presentare alla conferenza dei servizi, che entro la fine del 2020 dovrà dichiarare la pubblica utilità. Partirà quindi la fase del bando di gara e chi se la aggiudicherà inizierà nel 2021 i lavori di demolizione e costruzione».
Quindi la prima pietra non verrà posata nell'anno del centenario?
«Esatto».
Sperava che il passaggio in commissione Urbanistica fosse più snello?
«In progetti così complessi e così importanti sarebbe sempre auspicabile ridurre al minimo indispensabile i tempi. Credo tuttavia che le analisi supplementari siano state necessarie per arrivare al voto di oggi».
Ha visto le varianti rispetto al piano approvato un anno fa?
«Sì».
Cosa ne pensa?
«Nell'ultima versione del piano guida approvato dalla commissione Urbanistica è ipotizzato che gli spazi complementari originariamente inseriti all'interno dello stadio vengano posizionati all'esterno (per intenderci, nelle aree attualmente occupate dalla Sardegna Arena). Questa soluzione è stata pensata dai dirigenti del Comune per consentire un migliore sviluppo della città e, in particolare, del rapporto di integrazione con il quartiere».
Cosa cambia per il Cagliari calcio?
«La nostra squadra di lavoro, guidata da Stefano Signorelli, ha recepito queste modifiche ed è pronta a lavorare di conseguenza con i progettisti».
Sarà meglio o peggio?
«Lo strumento legislativo adottato dal Cagliari è la “legge sugli impianti sportivi”, che impone che il piano economico finanziario dimostri la sostenibilità economica dell'iniziativa. Ogni modifica del progetto che comporti maggiori costi impatta sulle condizioni di equilibrio del piano economico-finanziario.
È evidente che la soluzione prevista nell'ultimo piano guida comporti degli investimenti aggiuntivi sul progetto e la relativa realizzazione a carico del Cagliari calcio. È quindi fondamentale recuperare nuove forme di redditività che rendano il progetto sostenibile economicamente e finanziariamente e che compensino i maggiori costi di costruzione dovuti allo spostamento degli spazi complementari all'esterno».
Dunque, meglio o peggio?
«Da un punto di vista funzionale probabilmente meglio, dal punto di vista economico c'è un aggravio di costi, dunque peggio».
Quali saranno i benefici per i cagliaritani?
«Credo che l'obiettivo del Comune sia stato quello di favorire, col nuovo piano guida, una migliore integrazione del quartiere Sant'Elia rispetto allo sviluppo urbanistico previsto».
Il progetto prevede la collaborazione tra pubblico e privato, cosa farete oltre allo stadio?
«Il Cagliari realizzerà quanto previsto dal nuovo piano guida nelle aree di propria competenza, ad esempio la piazza che collega lo stadio agli spazi complementari all'interno di tali aree. Scenario interessante al quale ci si può ispirare è quello di Bologna, in cui il Comune si è impegnato a finanziare il nuovo progetto-stadio per una cifra pari a 30 milioni di euro per contenere l'estensione degli spazi commerciali. In maniera analoga, successivamente al voto positivo in Consiglio, il Comune di Cagliari potrà altresì decidere di incrementare il contributo ad oggi previsto di 10 milioni».
Costruirete voi i negozi e i ristoranti nell'area che ora ospita la Sardegna Arena?
«La costruzione sarà eseguita da chi si aggiudicherà il bando di gara».
Se vincerete voi, chi li gestirà?
«È opportuno ricordare che l'obiettivo del Cagliari calcio è far realizzare, il prima possibile, il nuovo stadio: tutte le opere accessorie, come l'hotel o gli spazi complementari, sono strumenti indispensabili per garantire la sostenibilità economica del progetto. Al Cagliari non interessa gestire quegli spazi, infatti si cercheranno degli operatori del settore interessati a curarne la conduzione».
Chi realizzerà i nuovi parcheggi inseriti nel piano guida del quartiere?
«È una tematica che verrà approfondita nel corso della progettazione definitiva».
Il progetto prevede la possibilità di costruire due hotel vicinissimi al terreno di gioco. Uno sarà del Cagliari calcio, l'altro?
«Il secondo hotel rientra in un'area comunale e non nel perimetro oggetto della concessione per la realizzazione dello stadio. Sarà quindi il Comune a definire il piano che riterrà più opportuno».
Al cantiere dello stadio è indispensabile la nuova viabilità di cui si occuperà il Comune, teme ritardi?
«Dalle nostre analisi non ci risulta sia indispensabile modificare la viabilità per permettere la normale fruizione del nuovo stadio. È probabile che il Comune valuti delle modifiche destinate alla viabilità del quartiere».
Cagliari avrà uno stadio che molte città italiane invidieranno.
«Dovrà diventare un modello di riferimento. La nostra ambizione è riuscire a realizzare uno stadio sostenibile, pensato per i nostri tifosi, con forte connotazione di sardità, legato al territorio e ai suoi valori e soprattutto con caratteristiche di profonda innovazione tecnologica».
A quando la festa per la nuova casa rossoblù?
«Il nuovo piano prevede che la prima fase sia dedicata alla demolizione dell'attuale stadio Sant'Elia e alla realizzazione del nuovo impianto. Solo dopo avere inaugurato il nuovo stadio partirà la seconda fase con lo smantellamento della Sardegna Arena e la costruzione degli spazi complementari esterni previsti nel progetto. Spero di avere chiarito una volta per tutte che l'ipotesi che il Cagliari possa dover emigrare in altri stadi della Penisola durante e a causa dei lavori - come recentemente paventata da qualcuno - sia priva di alcun fondamento».
Conserverà una pietra del vecchio Sant'Elia?
«Questo è sicuro, magari un pezzo di quel muretto che scavalcai il 6 giugno 1993 quando ci qualificammo per la coppa Uefa».
Mariella Careddu