Troppi rifiuti: arrivano le sbarre
Armi spuntate contro le discariche. Le minacce di azioni sempre più severe contro chi inquina non sembrano aver dato i risultati sperati, e le grandi pulizie che di tanto in tanto vengono messe in atto per liberare dai rifiuti angoli di città si scontrano, nel giro di pochi giorni, a volte di sole ore, con la sfrontatezza di chi sceglie di trasformare strade, piazze, interi quartieri e periferie in immondezzai.
Primi interventi
L'Autorità di sistema portuale, in effetti, qualche risultato l'ha ottenuto. Almeno a Su Siccu, dove sbarramenti e telecamere hanno fermato lo scempio e intercettato qualche colpevole. «Siamo stati costretti a intervenire per sanare situazioni di degrado frutto dell'inciviltà di pochi», dice il presidente Massimo Deiana. Due persone sono state intercettate dalle telecamere e dopo le scuse di rito sono state costrette a pagare la multa. Poi si è passati a Giorgino, dove il molo di Levante del Porto canale è stato chiuso con una sbarra per impedire ai “padroncini” di infilarsi con i camion nell'area intorno alla banchina per scaricare i rifiuti.
La decisione
Dalla città a Santa Gilla dove la laguna viene di continuo offesa da un numero incredibile di piccole e grandi discariche, a volte con prodotti assolutamente pericolosi come solventi e vernici. Per cercare di fermare lo sconcio, Eni-Syndial-Conti Vecchi hanno sistemato in diversi punti d'ingresso alla laguna le sbarre destinate a bloccare, o quanto meno ridurre, le irruzioni dei vandali. Non sarà facile. E non sarà probabilmente questa decisione a convincere chi inquina a fare dietro front. Esattamente come è accaduto dietro la città-mercato, dove la transenna sistemata dalle Ferrovie su proposta della Città metropolitana per impedire lo scarico dei rifiuti a due passi dai binari non ha ancora risolto l'emergenza in un'area, tra l'altro, bonificata appena due anni fa dal Comune. E dove le telecamere della Forestale, in passato, erano riuscite a riprendere proprietari di camioncini e auto intenti a disfarsi dei propri ingombranti. Ma il sequestro dei mezzi, le multe salate e le denunce non sono bastati. I cumuli di spazzatura sono rispuntati.
Le strategie
Il giro di vite potrebbe arrivare da un piano di tutela su Santa Gilla programmato dalla Città metropolitana. «La mancata fruibilità del compendio ha determinato l'uso del territorio quale zona per l'abbandono dei rifiuti anche pericolosi, suscitando così la percezione di un'area non sicura e non frequentabile da tutti i cittadini», spiega il dirigente responsabile del settore Tutela ambiente, Nicola Carboni.
Due gli interventi programmati: il controllo degli accessi e dei percorsi perilagunari a Santa Gilla e la riqualificazione e la valorizzazione delle aree intorno alla laguna. «La prima azione è propedeutica agli interventi successivi. Il controllo sarà garantito con la realizzazione di un sistema di videosorveglianza gestito dal Corpo forestale con cui è stato stipulato un protocollo di collaborazione», ricorda Carboni. Il progetto esecutivo è in fase di autorizzazione, tra breve sarà indetta la gara d'appalto per la messa in atto dell'intervento che sarà concluso entro la prossima estate. L'importo previsto è di 380mila euro.
«In parallelo - dice il responsabile del settore ambiente della Città metropolitana - è previsto l'intervento di raccolta e smaltimento di tutti i rifiuti abbandonati lungo l'intero perimetro lagunare». Un'azione che potrà anche essere realizzata per lotti e che sarà attuata in parallelo con la messa in posa delle telecamere. Importo: 250mila euro. «Il progetto - conclude Nicola Carboni - sarà accompagnato da un'attività di comunicazione e sensibilizzazione».
Andrea Piras