Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Evoluzioni e spettacolo in spiaggia

Fonte: L'Unione Sarda
7 settembre 2009

La disciplina



In principio fu il beach volley: nato come variante estiva della pallavolo, sulle spiagge americane negli anni '20, si è guadagnato il rango di disciplina olimpica a suon di tesserati. Spettacolare e divertente, riunisce in un colpo solo i concetti di sport, show e intrattenimento, cioè le chiavi di volta per avere pubblico, televisioni al seguito e dunque soldi. Anche il beach soccer, fratello minore del popolarissimo calcio, ha ottenuto ultimamente il riconoscimento riconosciuto dalla Fifa e il via libera all'organizzazione di tornei nazionali e internazionali. In questo caso le regole sono diverse da quelle del parente più famoso: una squadra è costituita da 5 giocatori (compreso il portiere), il numero di sostituzioni illimitato, si giocano 3 tempi da 12 minuti ciascuno.
I primi passi del beach tennis invece (con le regole attuali, ma con punteggio pallavolistico) risalgono al 1978: il battesimo ufficiale in Italia è stato su uno dei litorali più famosi d'Italia, quello romagnolo. Lo dimostra il fatto che nel litorale di Riccione ci sia il 50 per cento dei campi da gioco della penisola.
È un incrocio tra lo sport da spiaggia per eccellenza, cioè i racchettoni, e il tennis, disciplina da cui ha rubato una buona parte del regolamento. Le racchette sono decisamente più piccole e senza corde, (attualmente i materiali più usati nella costruzione sono la vetroresina, il carbonio e il kevlar), si pratica su un campo - rigorosamente in sabbia - lungo 16 metri e largo 8 per il doppio, ma la larghezza scende a 4 metri e mezzo per le sfide in singolo. L'altezza della rete divisoria è un metro e settanta centimetri. ( m. r. )

05/09/2009