Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Famiglie protagoniste dellÂ’integrazione

Fonte: La Nuova Sardegna
2 aprile 2008

Cagliari

Scuola. Dall’Abc Sardegna le proposte al ministero per i portatori di handicap





CAGLIARI. Più spazio per le famiglie nella programmazione scolastica, soprattutto quando in ballo c’è l’istruzione di figli con problemi di handicap. A dirlo è l’Associazione bambini cerebrolesi della Sardegna (Abc) che ieri in ha riunito insegnanti, dirigenti scolastici, associazioni di genitori ed esperti a vario titolo per affrontare il delicato tema dell’alleanza tra scuola e famiglia. Un incontro di livello nazionale perché è da questo che, in tarda serata, sono scaturite le proposte che oggi arriveranno a Bari, sul tavolo del convegno “Indicazioni per l’integrazione”, dove le linee guida per una scuola che punti l’attenzione sull’alunno-persona, diffuse qualche tempo fa dal ministero della Pubblica Istruzione, saranno potenziate con l’apporto dei gruppi di lavoro incaricati di sviluppare una tematica diversa. All’Abc, in qualità di componente dell’Osservatorio del ministero, è stato chiesto d’occuparsi dell’integrazione degli studenti portatori di una qualche disabilità. ‹‹Le leggi che incentivano questo tipo di integrazione - già ci sono - avverte Rita Polo, coordinatrice dell’associazione Abc - È però necessario arrivare a un rafforzamento del processo, perché solo con un’integrazione scolastica di qualità è possibile il pieno rispetto del diritto allo studio degli alunni››. Ecco allora che, è la rivendicazione arrivata ieri, ‹‹è necessario che le famiglie partecipino alla stesura dei progetti essendo informate e preparate››. Significa, si legge nel documento presentato ieri, che la scuola deve riconoscere alla famiglia una ‹‹preminente competenza specifica e insostituibile sul proprio figlio contro l’attuale eccessiva e determinante sanitarizzazione dell’handicap››. In che modo? Prima di tutto coinvolgendo la famiglia nella progettazione e stesura dei Piani educativi individualizzati, ma anche riconoscendo una maggiore responsabilità di tutti i soggetti che, dentro la scuola, si trovano ad aver a che fare col ragazzo.‹‹L’ideale - dice Rita Polo - sarebbe che tutti gli insegnanti fossero anche in grado di occuparsi di studenti con disabilità, ma questo ancora non accade, per questo è importante la formazione che andrebbe estesa anche ai dirigenti scolastici››. Solo così, fa notare Polo, sarebbe possibile una vera collaborazione scuola-famiglia, che si tradurrebbe nella capacità di trovare strumenti utili a permettere ai ragazzi di superare le difficoltà. (s.z.)