Dentro casa con la paura di crolli
Nelle case popolari di San Michele regna la paura. Crolli, cedimenti e infiltrazioni rendono le abitazioni inagibili. Ma degli operai del Comune nessuna traccia. «Aspettano che ci scappi il morto?», chiedono gli inquilini della palazzina di via Emilia 7, la più martoriata.
Lo scorso agosto il crollo del soffitto di una stanza al terzo piano non era finito in tragedia per una fortunata coincidenza: una mamma con la sua bimba erano fuori città, in vacanza. Da quel giorno la famiglia Demontis vive in un albergo perché l'appartamento è stato dichiarato inagibile. Stessa sorte per l'abitazione accanto. Ma la situazione dello stabile è peggiorata pericolosamente. Nei giorni scorsi in altre case si sono formate delle inquietanti crepe e macchie umide segno di pesanti infiltrazioni d'acqua. Risultato? Nuova verifica dei vigili del fuoco e raffica di provvedimenti: un'altra abitazione, al secondo piano, inagibile con sgombero immediato degli studenti che ci vivevano. E ancora: stanze, bagni e cucine di altri tre appartamenti non utilizzabili perché a rischio crollo. Ora gli inquilini sono pronti a manifestare davanti al Municipio.
Crepe pericolose
«Sono trascorsi tre mesi dal crollo. Noi stiamo vivendo in un albergo. Ci sono stati sopralluoghi e ispezioni da parte dei tecnici del Comune. Nessuno però ha idea di quando partiranno i lavori. E la situazione è sempre più grave», spiega Giuseppe Demontis. Lui e la sua famiglia sono stati i primi a lasciare la palazzina: sgomberati dopo il crollo. Il vicino ha dormito nella casa accanto ancora una notte. Poi anche lui ha lasciato l'abitazione considerata a rischio. Le abitazioni comunali da quel giorno sono chiuse e disabitate. «Avevo fatto numerose segnalazioni al Comune quando sono iniziati i primi inequivocabili segni. Non sono servite a nulla», aggiunge Demontis.
Nuovi segni
Le piogge delle ultime settimane hanno peggiorato la situazione. «La casa al secondo piano è stata dichiarata inagibile dai vigili del fuoco pochi giorni fa», evidenza Mario Mura, un altro inquilino. «È di proprietà ed era in affitto a tre studenti universitari che si sono trovati improvvisamente senza una casa». Anche Mura sta pagando l'assenza di interventi di manutenzione per la messa in sicurezza della palazzina. «Abito al piano terra. Non potrò utilizzare una stanza». Giovanni Concas, pensionato, non dovrebbe più entrare nella cucina: «Viviamo qui dal 1957. Da anni combattiamo con un'infiltrazione in cucina. Sistemiamo una bacinella per raccogliere l'acqua che viene giù dal muro. Quando non ce ne accorgiamo, l'acqua finisce all'interno del mobile danneggiando tutto». Al primo piano i vigili del fuoco, dopo le verifiche, hanno dichiarato inagibili una camera e il bagno.
Le verifiche
Le squadre dei vigili del fuoco hanno controllato tutti gli appartamenti e gli scantinati. Cinque case su otto hanno evidenziato gravissimi problemi. «Aspettiamo da decenni un intervento», aggiungono gli inquilini. «Siamo stanchi di fare segnalazioni. Infiltrazioni, muffa, crepe: le nostre abitazioni sono in condizioni critiche. E il Comune non ha mai fatto nulla. C'è chi ha riscattato l'appartamento e ora rischia di trovarsi senza più una casa». Dopo la scampata tragedia dello scorso agosto tutti pensavano ci sarebbe stato un immediato intervento. «I tecnici del Comune», spiegano gli abitanti, «sono venuti quattro volte. Ma non abbiamo idea di quanto inizieranno i lavori. «E se dovesse esserci un altro crollo? Qui ci vivono anche bambini e una donna incinta. Ora abbiamo davvero paura».
Matteo Vercelli