Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tassa di soggiorno, Truzzu con Chessa: solo la Lega contraria

Fonte: L'Unione Sarda
19 novembre 2019

Tassa di soggiorno, Truzzu con Chessa: solo la Lega contraria

Lo aveva annunciato venerdì e lo ha ribadito ieri: «Voglio introdurre la tassa di soggiorno a Cagliari». Paolo Truzzu ricorda che anche «Milano, Roma, Napoli, Bologna, Palermo, Venezia, Firenze la applicano da tempo, con importi diversi. E in Sardegna ci sono Olbia, Oristano, Villasimius, Arzachena e molte altre realtà». E insomma, il partito dei sostenitori in maggioranza di un'imposta pagata da chi pernotta negli alberghi, B&b e camping dell'Isola diventa sempre più ampio e composito.
Lega isolata
E una cosa è certa: su questo tema resta sempre più isolata la Lega, contraria, in coerenza con la posizione dell'ex ministro del Turismo Centinaio, «alla proposta di nuovi balzelli per chi vuole approdare nella nostra meravigliosa Isola». Due giorni fa - probabilmemte dopo essersi consultato con il presidente della Regione - l'assessore al Turismo Gianni Chessa ha dichiarato che «è arrivato il momento che il Consiglio si assuma l'onere di lavorare a una legge sulla tassa di soggiorno regionale».
Qualcosa di molto vicino alla tassa di sbarco proposta da Antonello Peru (Udc-Cambiamo!) e da pagare attraverso i biglietti aerei e navali. Una soluzione condivisa anche dal presidente di Federalberghi Paolo Manca. Tanto che il consigliere ex azzurro e primo firmatario della proposta in commissione Attività produttive, sempre ieri ha auspicato che «a questo punto, il Consiglio regionale comprenda la validità di questo provvedimento e la legge possa dunque essere approvata anche a larga maggioranza».
Paletti
Il sindaco di Cagliari mette alcuni paletti. «La tassa va applicata a chi soggiorna e i crocieristi sono esclusi per ovvie ragioni». Non solo loro: «Anche bambini, anziani e altri soggetti che potremmo individuare dopo un'attenta analisi». Truzzu è consapevole del fatto che «il turismo cresce, è una voce fondamentale della nostra economia. Nel 2018 abbiamo sfiorato le 600mila presenze. Quest'anno stimiamo un incremento del 30%».
I dati, sostiene, «ci dicono che l'enorme crescita sia dovuta, principalmente, all'extra-alberghiero, ma non raccontano tutta la realtà. È intenzione di questa amministrazione far emergere abusivismo e improvvisazione, dannosi per una serie di aspetti, a cominciare dall'evasione della Tari». Poi, «vogliamo costruire accordi e protocolli di collaborazione con le grandi piattaforme online, su cui passano quasi il totale delle transazioni di b&b, affittacamere e case in affitto». Dunque, posto che «le risorse ricavate sono vincolate a utilizzi precisi», «con un sacrificio minimo richiesto a chi soggiornerà a Cagliari, potremmo finanziare la promozione della nostra città, i servizi di accoglienza e tutto ciò che possa essere funzionale al sistema-turismo cagliaritano». È immaginabile che le intenzioni di Truzzu possano coincidere con quelle della maggioranza a livello regionale.
«Si paga una volta sola»
Una maggioranza che, dice Peru, «si pone l'obiettivo di sostenere il turismo, tutta l'industria delle vacanze, da quella costiera alle attività che si svolgono nelle aree interne. Per questo crediamo sia indispensabile varare l'imposta di sbarco». Un progetto che «ha il vantaggio di un tributo da pagare una sola volta, dai turisti al loro ingresso in Sardegna. Non solo. Le somme andrebbero direttamente a tutti i Comuni e verrebbero distribuite per realizzare quei servizi necessari al miglioramento della nostra offerta turistica».
Quanto ai turisti, «anche loro avrebbero degli impatti positivi. Se oggi una famiglia che arriva nella nostra Isola, rimanendo per dieci giorni, paga con la tassa di soggiorno anche 70/80 euro», conclude Peru, «con l'imposta di sbarco spenderebbe tra i 10 e i 15 euro». (ro. mu.)