Un'Isola di debiti, Cagliari da record
Metà Cagliari è indebitata (record italiano) ma le rate sono più che sostenibili e nella classifica del rischio finanziario si trova in ottima posizione, insieme con le città più ricche del Nord. Meno persone con finanziamenti aperti a Nuoro (poco più del 38%), le altre zone dell'Isola superano tutte il 40% ma resta la buona solvibilità.
Il rapporto
Sono i dati registrati nell'indagine diffusa ieri sul Sole 24 Ore, che dà un quadro della ricchezza del Paese, con la lista della probabilità di insolvenza dei cittadini che hanno chiesto un mutuo o un prestito personale, corredata dalle cifre che riguardano la rate media, la spesa delle famiglie, il reddito e il risparmio. Una misura del benessere economico, che completa il grande dossier (si trova sul sito) sulla qualità della vita 2019 nelle 107 province italiane, arrivato al trentesimo anno di pubblicazione.
La “sofferenza”
L'indice del rischio finanziario è il rapporto tra il reddito medio annuo complessivo dei cittadini (dai 18 anni in su) e la rata media annua da rimborsare. Il 49,1% dei cagliaritani (siamo al primo posto assoluto) ha un finanziamento attivo (31.420 l'esposizione media) ma ha un indice di 4,47, al 21° posto di un elenco che vede in testa Trieste, Aosta, Parma, La Spezia, Genova, Torino, Bologna, Milano, Trento, Gorizia. Il debito viene considerato sostenibile se il reddito (nel caso del capoluogo sardo è 13.277 euro) è pari ad almeno tre volte il valore della rata da pagare (288 euro). Più elevato è il rapporto, minore è il rischio di insolvenza. La situazione varia molto da regione a regione.
Gli altri numeri
Per quanto riguarda la spesa delle famiglie in beni durevoli (con rilevazioni Findomestic) Cagliari è al 75° posto - 165,3 euro - i depositi bancari ammontano (al 31 dicembre 2018) a 19.350 euro, i protesti ridotti, l'importo levato in media a testa tra agosto 2018 e luglio 2019 è di 11, 8 euro.
Il resto dell'Isola
Tornando all'indice del rischio finanziario, troviamo Sassari al 69° posto (3,67), Oristano al 76° (3,47), Nuoro al 79° (3,40) e provincia Sud Sardegna all'81° (3,38). I finanziamenti attivi sono: nel Sud Sardegna di 23.238 euro (con rata media mensile per tutti i prestiti di 269 euro, la più bassa d'Italia); a Nuoro di 23.585 (rata di 289 euro); a Oristano di 23.729 (rata di 281 euro) e a Sassari di 28.701 (rata di 300 euro). Sottolinea Bankitalia nel suo ultimo rapporto sull'economia dell'Isola che «nel 2018 è proseguita, accentuandosi, la crescita dei prestiti erogati da banche e società finanziarie alle famiglie consumatrici sarde (+3,1%) e a questa accelerazione ha contribuito soprattutto la componente dei mutui per l'acquisto di abitazioni, la cui crescita è passata dall'1,1% dell'anno precedente al 2,2 a fine 2018». Anche il credito al consumo è aumentato (grazie a una lieve diminuzione dei tassi): la spesa delle famiglie sarde per i beni durevoli, che costituisce circa il 7 per cento dei consumi, è orientata soprattutto all'acquisto di mobili e di macchine (+2,5% nel 2018).
Adiconsum
Dai 13 mila euro del 1998 ai 27 mila euro del 2018: in vent'anni l'indebitamento delle famiglie italiane è più che raddoppiato. Lo indica il report del Fondo di prevenzione del sovraindebitamento e dell'usura, gestito da Adiconsum. «La gestione del Fondo ha permesso di garantire alle famiglie in difficoltà ben 26.144.362,15 di euro, escluso il mutuo fondiario», dice il presidente Carlo De Masi,. «Il Fondo può garantire finanziamenti di importo massimo pari a 30 mila, con rientri fino a 7 anni. Per situazioni particolari il plafond è innalzabile fino a 50 mila euro con rientri fino a 10 anni al tasso del 2%».
L'identikit del “sovraindebitato” è il seguente: coniugato, senza figli, in affitto, con contratto a tempo indeterminato, reddito mensile dichiarato tra 1000 e 2000 euro e un debito complessivo tra 10 mila e i 30 mila euro. Tra i motivi della “caduta”, la diminuzione del reddito da lavoro per licenziamento, cassa integrazione e mobilità; la separazione o il divorzio, l'aumento delle rate del mutuo a tasso variabile, la malattia.
Cristina Cossu