Cassonetti stracolmi di abbigliamento usato: «È colpa dei traghetti»
Sono passati a svuotarli giovedì. «Ma il problema continua a ripetersi costantemente», afferma Adelaide Olla dell'Incantesimo fiorito in via della Pineta. La sua edicola si trova davanti ai cassonetti degli abiti usati. «Passano a svuotarli ogni 15/20 giorni e gli abiti si accumulano anche fuori». Ci sono i disperati che rovistano tra i bustoni alla ricerca di qualche vestito buono e abbandonano in terra tutto quello che non serve. «Poi arrivano i cani che fanno i loro bisogni proprio lì». Una situazione che si ripete anche nelle altre zone in cui sono stati sistemati i cassonetti per la raccolta di abiti usati.
Che cosa accade? Nei contenitori ci sono alcuni numeri di telefono. A uno di questi risponde una persona con la tipica “c” aspirata dei toscani: il servizio di raccolta, spiega, è stato affidato da De Vizia alla Eurorecuperi di Viterbo. «Li svuotiamo una volta alla settimana», afferma. Anche se la scadenza non sempre viene rispettata. Perché, riprende, visto che non sono stati ancora piazzati tutti i cassonetti (dovrebbero essere circa 140 invece sono una settantina), la raccolta non può essere fatta in loco. Così, ogni settimana arrivano dalla Penisola i mezzi. «Ma capita che non ci siano posti nelle navi». E così slitta la raccolta degli indumenti (destinati a essere donati, rivenduti o trasformati in stracci).
C'è anche un altro problema, spiegano da Viterbo: «In questo periodo è normale che vengano conferiti più indumenti perché, con il cambio di stagione e, quindi, con il cambio degli armadi, ci si libera degli abiti che non si intende più utilizzare».
Ma la Eurorecuperi non è l'unica azienda che ritira gli abiti usati. In un centro commerciale nella zona degli ospedali ci sono i cassonetti del “Progetto ecotessile”, pieni all'inverosimile. C'è anche un numero di telefono ma scatta immediatamente la segreteria telefonica. E, cercando l'azienda sul web, appare una dicitura particolare: “acquista questo dominio”. ( mar. co. )