Il mondo del nuoto si raccoglie intorno ad Amelia
In vasca c'erano 360 bambini, tutti nuotatori fra i sette e i dodici anni, iscritti ai club di tutta la Sardegna. Sugli spalti un pubblico che si vede soltanto nelle grandi competizioni: un migliaio di persone, che hanno richiesto l'opera - ovviamente gratuita - di un centinaio di volontari. Al centro lei, Amelia Sorrentino, la bambina di sette anni che una malattia ha portato via ai suoi genitori - oltre che alle tantissime persone che l'amavano e ancora lo fanno - un anno fa. Il motore di tanta mobilitazione è stata, per l'ennesima volta, questa bambina della quale basta il ricordo per fare miracoli.
Sport e solidarietà
Una grandissima festa di sport, non c'è dubbio, il primo trofeo Amelia Sorrentino che si è disputato ieri mattina nella piscina di Terramaini a Pirri. Ma in realtà è stata molto di più di una competizione sportiva: per l'affetto del mondo del nuoto - e non soltanto di quello - nei confronti della figlia di Corrado Sorrentino (un campione del passato) e di sua moglie Rossana Pintus (ginnasta), ma anche per il bene che ha portato con sé. Sì, perché gli instancabili genitori di Amelia hanno un progetto di beneficenza per acquistare macchinari da donare - i primi sono già in funzione - ai reparti di Pediatria e di Chirurgia pediatrica dell'ospedale Brotzu. Circa 150mila euro, messi insieme in diverse iniziative nel nome di Amelia Sorrentino. E altri soldi arriveranno: dal ricordo di una bambina, da spendere per i bambini.
I vincitori in vasca
Ieri hanno vinto tutti, considerato il nobile obiettivo, ma ci sono anche i risultati ufficiali. Al primo posto si è classificata la società “Sport full time” di Sassari, al secondo la “Atlantide” di Elmas (quella della famiglia Sorrentino), terzo gradino del podio per “Antares” di Iglesias. Sono le società che hanno vinto, con i proprio mini atleti, il maggior numero di gare, ma c'erano premi per molti altri partecipanti. Ad esempio, il bambino e la bambina più giovani hanno ricevuto la maglia di Nainggolan e un pallone firmato da tutti i calciatori del Cagliari.
I genitori di Amelia
«La sofferenza, che è ancora tanta, deve diventare un'opportunità», sospira Corrado Sorrentino, «mia moglie e io abbiamo dato un senso trasformando la nostra sofferenza in azioni a favore degli altri bambini». Il calore mostrato dal mondo del nuoto isolano tocca il cuore dei genitori della piccola Amelia: «Hanno vissuto assieme a noi questa vicenda così amara», commenta Rossana Pintus, la madre della bimba scomparsa, «e ci scalda il cuore vedere tante persone prodigarsi per la riuscita di iniziative di solidarietà come questa». Effettivamente, il colpo d'occhio nelle tribune dell'impianto di Terramaini, ieri mattina, ha colpito - ma non stupito, considerato quanto Amelia e i suoi genitori sono capaci di mobilitare gli altri - chi ha partecipato al trofeo.
Idee per il futuro
E siccome il ricordo di chi non c'è più è proiettato verso il futuro, la famiglia Sorrentino ha un sogno di generosità: finanziare il recupero dell'ex orfanotrofio - poi divenuto casa di accoglienza delle ragazze madri - del Sacro Cuore in via Tempio, per poterlo utilizzare a favore delle persone deboli. Mamma Rossana e papà Corrado vogliono inoltre raccogliere offerte sufficienti per donare un defibrillatore a ogni scuola. Alla piscina di Terramaini, ieri mattina, l'ingresso era gratuito, ma non i servizi: il bar, ad esempio. L'incasso si sommerà alle offerte già raccolte per raggiungere gli obiettivi di beneficenza di cui Amelia Sorrentino, ancora una volta, ha saputo essere la migliore testimonial. E, assicurano i genitori, questo è ancora niente.
Luigi Almiento