Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quando Sant'Eusebio era il fulcro del quartiere

Fonte: L'Unione Sarda
7 settembre 2009

Is mirrionis Rimpatriata tra gli ex dell'oratorio



Nei primi anni sessanta, nel cortile della chiesa di Sant'Eusebio, giocavano e passavano il loro tempo oltre centocinquanta ragazzi tra i quindici e i trent'anni. Erano i figli delle giovani coppie che, per prime, andavano ad abitare nel quartiere popolare di Is Mirrionis. Un rione che, oggi, è abitato soprattutto da pensionati, ma che allora era la culla di centinaia di famiglie appena costituite e con già tanti bambini sulle spalle.
Nei giorni scorsi, in occasione dei festeggiamenti per i cinquant'anni della parrocchia di Sant'Eusebio, molti di quei figli si sono ritrovati nel cortile di via Monsignor Piovella per una serata di sorrisi e ricordi. Una rimpatriata all'insegna del com'eravamo, che ha costretto tutti a fare un salto indietro, riportando alla luce piccole storie e aneddoti di mezzo secolo fa.
SPORT E PARROCCHIA Quando, cioè, Is Mirrionis stava nascendo e quei ragazzi trascorrevano in parrocchia gran parte delle loro giornate. «Alternandosi», come ricorda Giovanni Orrù, «tra lo sport, con la Johannes e la Marcozzi, lo svago, la preghiera, l'impegno sociale. E l'ascolto costante di grandi uomini come il parroco don Francesco Alba e i suoi vice». Sacerdoti capaci di convincere «a passare in parrocchia tutta la propria giovinezza» anche chi, come Francesco Utzeri, proveniva «da una famiglia profondamente socialista».
«TUTTI AMICI» Tutti d'altronde si conoscevano e si davano una mano, nella Is Mirrionis degli anni sessanta. A Sant'Eusebio si aiutavano i ragazzini rimasti indietro affinché non si perdessero. Si organizzavano campi lavoro per raccogliere fondi da donare agli amici in partenza per una missione in Brasile. E ci si divertiva alla vecchia maniera, dando calci a un pallone, cantando o ricamando. «Tutti si ricordano le proiezioni dei film di Fernandel a dieci lire», racconta Wanda Contu, «le lezioni di cucito e persino qualche spettacolino messo su dalla compagnia dei fratelli Medas». «Si giocava a calcio, a biliardino», aggiunge Giorgio Ruggiu, «e qualche volta, nel primo pomeriggio, con l'aiuto di un giradischi si cercava di trasformare uno scantinato in una sala da ballo».
«OGGI È DIVERSO» Oggi invece, dicono i ragazzi degli anni sessanta, «il rione è invecchiato e tra i più giovani il senso dello stare insieme è diverso». Loro vorrebbero che quei tempi tornassero, anche se con altri protagonisti. Tutto però, tra le strade e i vicoli di Is Mirrionis, è molto cambiato.
LORENZO MANUNZA

07/09/2009