«Amore, vieni?». Viale Monastir, le 11 del mattino, rampa d'uscita dalla 554, direzione centro città. La prostituta nigeriana si alza dalla sedia piazzata sul ciglio della strada, convinta di aver rimediato un nuovo cliente.
D'altronde in quel vicolo cieco sulla destra, poco dopo l'inizio del tratto urbano della 131, ormai si entra solo per quello, rubare amore a pagamento. La grande struttura commerciale che c'è nello spiazzo più in basso, infatti, è completamente abbandonata da anni. I vetri distrutti, i muri cadenti, il parcheggio dipendenti invaso dalle erbacce. Tutto attorno un immondezzaio. «Prima c'era una società di mezzi meccanici poi hanno chiuso - spiega Gianluca Farci, titolare della Farmos Energia, il cui stabilimento sorge accanto -. I ladri ci entrano spesso e la situazione è sempre più pericolosa, anche perché da un anno l'illuminazione pubblica in questo lato delal strada non funziona».
La porta della città
Scene di ordinario degrado lungo la principale porta d'accesso alla città, prosecuzione naturale della Carlo Felice, zona classificata come artigianale e commerciale che però per dirla con le parole di chi qua ci lavora ogni giorno «in realtà è soltanto una brutta periferia, trafficata e abbandonata». Poco più avanti, all'incrocio con via Agricoltura, ecco il grande spiazzo sterrato pieno di rifiuti che la notte è illuminato dai fuochi della ragazze africane che vendono il proprio corpo, mentre quelle dell'Est stanno sui marciapiedi più avanti. E poi le insegne sbiadite, i capannoni chiusi, quelli mai finiti come il grande cubo grigio che si staglia dietro il magazzino Maury's, il cui cancello d'accesso è alla fine di un tratturo allagato trasformato in discarica. Nell'area nata per essere il cuore dell'economia cittadina e dove molti stabilimenti sono stati tirati su a suon di finanziamenti pubblici, c'è chi resiste nonostante tutto. Ma anche chi ha abbandonato. In pochi anni hanno chiuso decine di attività, come l'Oasi del Mercatino dell'Usato e la Sarda Carni.
Le promesse
Uno scempio a cui la giunta attuale dice di voler porre rimedio. «Intendiamo investire importanti risorse sulle vie di accesso alla città - promette l'assessore alle attività produttive Alessandro Sorgia -, oggi assolutamente indecorose e insicure. Questi viali devono diventare luminosi, alberati, con una serie di rotonde che consentano svolte sicure a accessi ai lotti limitrofi più agevoli. La pianificazione urbanistica, con l'adeguamento del Puc al Ppr, consentirà ai privati proprietari delle aree lungo tali viali di poter realizzare nuovi volumi e servizi, che diano finalmente vita a delle aree troppo a lungo dimenticate». Ora però si aspettano i fatti.
Massimo Ledda