Movida senza alcol L'ordinanza mette tutti d'accordo
Un “patto” così forte, forse, non si era mai visto: residenti che passano le notti in bianco e gestori di ristoranti e locali che tifano per il divertimento dicono sì alla nuova ordinanza del sindaco Paolo Truzzu che fino al 31 gennaio 2020 vieta la vendita e il consumo di alcol dopo le 21 fuori dai locali alla Marina, a Stampace e Villanova (esclusivamente nel tratto del Terrapieno). «È un provvedimento giusto perché cerca di risolvere un problema reale», dicono. La preoccupazione maggiore è sui controlli, perché «se non si intensificano, sarà difficile contrastare la malamovida». In generale, però, sì unanime alla stretta dell'amministrazione che mantiene accese le luci e movimento ma non rende più le notti die quei quartieri un inferno.
Tutti d'accordo
C'è un nodo da risolvere, dicono i gestori: quello dei controlli. «Sono la parte essenziale del provvedimento», dice Fabio Mirigliani, titolare, tra gli altri, del ristorante Kasteddu in via Barcellona. «Lo stop alla vendita e al consumo di bevande alcoliche dopo le 21 fuori dai locali è giustissimo, ma se non funzionano i controlli, e quindi le sanzioni, tutto resterà esattamente così com'è», aggiunge. Il concetto lo ribadisce Alberto Melis, titolare del ristorante Antica Cagliari in via Sardegna: «È una risposta che aspettavamo tutti, però abbiamo bisogno dei controlli. Altrimenti chi vuole continuare a non rispettare le regole potrà continuare a farlo».
Il male minore
«Premesso che ogni tipo di limitazione è in linea di principio una mortificazione per il libero commercio», sottolinea Emanuele Frongia, gestore di quattro locali e rappresentante di Confcommercio-Pubblici esercizi, «l'ordinanza rappresenta un'azione sicuramente forte che, però, era doverosa. Affronta il problema, anche se non potrà risolverlo definitivamente, e dà risposte sia ai residenti che ai commercianti». E a chi avanza dubbi sul fatto che i nuovi divieti minano la libertà del commercio, risponde che «è un errore pensarla così. È vero, non sarà la soluzione migliore e possiamo discutere sui correttivi», per esempio far slittare l'orario di inizio del divieto di un'ora, alle 22, «ma in questo momento non ce ne sono altre».
Gli altri
Sì al divieto anche per Danilo Argiolas e Italo Pau, storici gestori cagliaritani, titolari di due locali al confine della zona rossa: il primo, il Libarium, a Castello, in via Santa Croce, il secondo, Ninnos, a Villanova, in piazza San Domenico. «Vivendo alla Marina so che il problema dei ragazzi ubriachi che bivaccano fino a tarda notte esiste e non solo nel fine settimana», dice Argiolas.«I divieti non sono mai, in assoluto, un fatto positivo ma in questo caso possono rappresentare un freno al problema», aggiunge. «Ho lavorato alla Marina per tanti anni e me ne sono andato anche perché il problema era diventato ingestibile», dice Italo Pau. «Spero che sia attivato il presidio fisso della Polizia locale e che siano intensificati i controlli».
Mauro Madeddu