Rassegna Stampa

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Lirico Cagliari: comincia era Colabianchi, Cgil chiede svolta

Fonte: web cagliaripad.it
6 novembre 2019

Lirico Cagliari: comincia era Colabianchi, Cgil chiede svolta
Il nome è stato proposto dal Consiglio di indirizzo dell'ente e nei prossimi giorni è attesa la ratifica da parte del ministero della Cultura

Nel suo curriculum da musicista, docente al conservatorio Santa Cecilia di Roma e compositore ci sono un’opera, Il mago, ispirata – ed è forse il primo caso nel mondo della lirica – ai fumetti e in particolare al personaggio di Mandrake. Con musica suggerita da Wagner, ma anche dal mondo del rock. E c’è la direzione, nella sala Nervi del Vaticano, di un concerto davanti a ottomila spettatori. Due episodi che in qualche modo, tra innovazione e repertorio classico, inquadrano la figura del nuovo soprintendente del Teatro Lirico di Cagliari, Nicola Colabianchi.

Il nome è stato proposto dal Consiglio di indirizzo dell’ente e nei prossimi giorni è attesa la ratifica da parte del ministero della Cultura. Sessantadue anni, Colabianchi prende il posto di Claudio Orazi, approdato a Genova, battendo la agguerrita concorrenza di altri trentadue candidati. Tra loro molti sardi: il direttore artistico del Lirico Mauro Meli, il presidente del Conservatorio Gianluca Floris, il musicista Cristian Marcia e il direttore di Sardegna Teatro Massimo Mancini. Nel toto nomi, ma al di fuori delle candidature inviate a Cagliari, era finita anche il soprano Katia Ricciarelli. Adesso comincia una nuova era.

E i sindacati chiedono che rappresenti una svolta: per questo la Slc Cgil ha già chiesto a Colabianchi un incontro per definire alcune questioni. A partire dai precari storici, dall’organico e dalle mansioni assegnate ai lavoratori. Ma in generale la sigla chiede un rilancio del Teatro. “I problemi – spiegano i sindacalisti Antonello Marongiu e Diletta Mureddu – sono sempre gli stessi: il mancato utilizzo dei locali comunali, la carente programmazione territoriale, il necessario rilancio del Parco della musica, la valorizzazione delle professionalità sarde troppo spesso penalizzate per il ricorso a incarichi esterni”.