«Il daspo urbano? Così si criminalizzano i poveri»
L'idea del sindaco Paolo Truzzu (FdI) di introdurre il daspo urbano in città ha suscitato la reazione di alcuni consiglieri d'opposizione. La prima a reagire su facebook è stata Francesca Ghirra (Progressisti): «Si tratta di un provvedimento volto a sanzionare o allontanare da alcune aree urbane mendicanti, senzatetto, venditori ambulanti, parcheggiatori abusivi, prostitute, immigrati e sbandati. Un modo, neanche troppo velato, per fare la guerra ai più poveri e criminalizzare condizioni di disagio sociale che avrebbero bisogno di tutt'altre soluzioni». Critica anche la posizione di un'altra progressista, scrive Francesca Mulas: «A parte che non viviamo in mezzo a bande armate che sparano in strada, mi chiedo se la soluzione non sia invece prevenire il disagio, garantire l'equità sociale, permettere a tutti i cittadini di vivere con dignità. La paura è che provvedimenti del genere siano un mezzo per emarginare ancora di più le persone in difficoltà».
Fabrizio Marcello (Pd) invita a un approccio diverso. «Non è un tema di destra o di sinistra. Non dimentichiamo che esistono organi preposti a garantire la sicurezza e il Comune può avere solo un ruolo di supporto. In questo senso anche noi avevamo investito su illuminazione pubblica e telecamere con un progetto già finanziato da nove milioni per vigilare sui luoghi sensibili. Sul daspo poi credo sarebbe più opportuno investire nelle politiche sociali per far sì che gli ultimi vengano aiutati e non allontanati da alcune zone della città».