MERCOLEDÌ, 02 SETTEMBRE 2009
Pagina 35 - Inserto Estate
Domani le celebrazioni in onore dello scrittore di Villacidro in quella che fu la sua città di adozione
di Gianni Olla
CAGLIARI. Giuseppe Dessì. 1909-2009. Le celebrazioni del centenario dello scrittore si aprono domani a Cagliari, al teatro civico di Castello con una sorta di riconoscimento ufficiale di una cittadinanza anagrafica - e forse qualcosa di più - da affiancare a Villacidro, luogo di appartenenza culturale e ideale.
Dessì nacque nel capoluogo, il 7 agosto del 1909, quasi per caso, o forse perché i genitori non si fidarono dei medici locali e si trasferiscono in città, nell’attuale via Mazzini. Ma non per caso, Cagliari appare spesso sia nei racconti e romanzi (da «Introduzione alla vita di Giacomo Scarbo» a «Michele Boschino», da «I passeri» a «La scelta», suo romanzo postumo e direttamente autobiografico), sia nella saggistica, che potrebbe comprendere anche il bel filmato, «Un itinerario nel tempo, la Sardegna di Giuseppe Dessì» girato per la Rai nel 1962, che verrà proiettato in chiusura di serata.
Memoria e finzione romanzesca, in realtà, si mescolano agevolmente in un percorso quasi unitario, tipico dei grandi scrittori, in cui la capacità di osservazione, anche infantile, non va mai perduta e riappare continuamente, vuoi nella nostalgia avvertita, all’età di sei anni - con il padre in guerra e l’ennesimo rifugio a Cagliari - per la sua Villacidro, sorta di Combray proustiana; vuoi nei ritratti di studenti svogliati che punteggiano la sua letteratura - Dessì frequentò il Liceo Dettori senza troppo profitto; vuoi nel ricordo/ossessione di Emilio Lussu assalito da una squadraccia fascista nella sua casa di piazza Martiri.
Cagliari, insomma, è una città particolare - diversa e “altra” rispetto alla Sardegna dei paesi e della campagna, come avrebbe detto qualche anno più tardi un altro scrittore, Salvatore Cambosu - tra le tante che Dessì avrebbe conosciuto, dapprima in compagnia del padre che, ufficiale dell’esercito sabaudo, si spostava in continuazione, poi come preside, provveditore, e poi ispettore del ministero della Pubblica Istruzione.
E’ da questa lontananza che nasce quella particolare affabulazione tra memoria interiore e romanzo descrittivo (l’ultimo e il più famoso, «Paese d’ombre»), tra trasfigurazione e autobiografia, che ha il suo centro nei tanti nomi “immaginari” di paese (Norbio, Cualbu, San Silvano) che compaiono nella sua produzione letteraria. E d’altronde, Dessì stesso, ricorda nel filmato, che tutti i suoi personaggi sono nati e sono vissuti, realmente o meno, nella casa, nelle campagne, nei monti della sua Villacidro.
Naturalmente, queste poche note, possono servire solo a tracciare un percorso di conoscenza e forse di recupero di uno dei più grandi scrittori del Novecento, studiato nelle università italiane e europee, ma forse rimosso dai lettori isolani proprio per l’appartenenza ad un ambiente geografico non segnato dalla monocultura “arcaicizzante” che ha dominato l’immagine, anche letteraria, della Sardegna.
È questo il compito, neanche facile, che attende la Fondazione Giuseppe Dessì: ha impostato le celebrazioni del centenario - dirette da un comitato scientifico di grande prestigio e approvate dal ministero della Cultura - su un triennio di studi e pubblicazioni. Dopo Cagliari, il prossimo appuntamento sarà ovviamente il premio letterario Giuseppe Dessì (Villacidro 15-22 settembre), arricchito, come sempre, da manifestazioni parallele.
Ma, nei prossimi mesi, è prevista sia la pubblicazione dei diari dello scrittore, curati dalla studiosa veneziana, Franca Linari - prematuramente scomparsa la scorsa primavera - sia l’inaugurazione, nella casa-museo, della Biblioteca d’autore, donata alla Fondazione dai familiari dello scomparso, che contiene i libri di Giuseppe Dessì, annotati puntigliosamente, dalla giovinezza alla vecchiaia.
Infine, è ancora da “scavare”, sia pure con i percorsi già tracciati, l’ampio materiale cartaceo e audiovisivo che costituisce una sorta di attività parallela - ma talvolta convergente con la scrittura letteraria - di Dessì, autore di testi per la radio e per documentari (esordì con Fiorenzo Serra nel 1949), di sceneggiature cinematografiche (tra le quali una riduzione di La madre per Luciano Emmer), di “fiction” per la televisione, alcune anche restaurate e visibili, altre ancora da trovare. Esemplarmente, accanto a «La scelta», romanzo interrotto dalla sua morte prematura, nel 1967, Dessì lasciò incompiuta la sceneggiatura di «Paese d’ombre», commissionata dalla Rai.