Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Chiude la sede, l'Isef non c'è più

Fonte: L'Unione Sarda
2 settembre 2009

Via dei Colombi. Sgomberati gli uffici che per 23 anni hanno ospitato l'Istituto di educazione fisica

Domani sera l'ammainabandiera dell'insegna

Nando Monello racconta la storia dell'Isef. I viaggi a Roma, la sua costituzione, la sua crescita e la sua trasformazione in corso di laurea.
L'ammainabandiera è previsto per domani alle 18 in punto. Gli operai dell'agenzia di traslochi rimuoveranno l'insegna dell'Isef che dal 1986 è appesa al primo piano del palazzo dell'Anmil. E anche l'ultimo inquilino dell'istituzione che ha sfornato oltre 2 mila professionisti dello sport lascerà per sempre la sede storica. Venerando Monello, che tutti chiamano Nando, è la storia dell'Istituto di educazione fisica. Una scuola che non esiste più dal 1999, quando un decreto del ministro Berlinguer istituì la laurea in Scienze motorie e sportive con un corso di interfacoltà (Medicina, Matematica e Scienze della formazione), rimasta aperta per dare un supporto all'Università. Sino a domani. Quei tre appartamenti ritornano, dopo una controversia legale con la Regione, di proprietà dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro. Che vuole venderli per 550 mila euro.
IL TRASLOCO Nando Monello è l'Isef. Al primo piano del palazzo all'angolo tra via dei Colombi e via della Pineta ci sono solo gli ultimi scatoloni. Sul pavimento i segni dei mobili e sulle pareti il giallo sbiadito dei quadri. L'unica stanza ancora arredata è l'ultima: quella del professor Monello. Sulla scrivania, un computer e una montagna di riviste e appunti. Perché professor Nando scrive tutto, annota date ed eventi di esami, convegni, lezioni. Nato ad Avola, in provincia di Siracusa, nel 1925, ha visto nascere, crescere e morire, ma sarebbe meglio dire trasformare, l'Isef.
LA STORIA Monello sbarca a Cagliari da aspirante ufficiale dell'Aeronautica. Finita la guerra si congeda, ma non riesce ad abbandonare il sole e l'aria del Golfo degli angeli. Fa il pompista con l'Erlaas nella lotta antimalarica. In tasca ha il tesserino dell'Accademia di educazione fisica e scherma di Roma e va a insegnare al Conservatorio di piazza Palazzo, 8 ore alla settimana, e al Convitto di via Manno: la paga è un letto, pranzo e cena. Nel 1958 al Foro italico di Roma viene istituito il primo corso triennale dell'Isef.
LA BATTAGLIA Viaggi a Roma, picchetti alla Regione, quando era ancora in piazza Palazzo, e incontri con i politici dell'epoca. «In molti remavano contro l'istituzione di una sede cagliaritana», racconta il docente. Un dettaglio. «Nel 1974 andai da Giovannino Del Rio, allora sottosegretario Dc con delega di firma per l'educazione fisica. Gli spiegai che i sardi non meritavano di essere così svantaggiati, di dover affrontare una traversata e corsi farlocchi. Serviva una sede anche in città». Nella capitale Nando Monello non andò a mani vuote. «Gli consegnai 400 domande d'iscrizione ottenute dopo un'infuocata assemblea al liceo Dettori». Monello non era democristiano: «l'onorevole si dimostrò sensibile e superò lo scoglio della legge che vietava l'istituzione di nuove sedi Isef».
LA VITTORIA La scappatoia era una sola: trovare un accordo con L'Aquila. «Il ministro Falcucci firmò il decreto e a maggio 1976 venne inaugurato il primo corso sardo». Nando Monello quasi si commuove. «Ricordo ancora i primi diplomi consegnati nel 1979 nell'aula magna del Liceo Dettori». Da allora e sino al 2002 anno dell'ultimo corso, la fabbrica dello sport ha sfornato oltre duemila professionisti.
ANDREA ARTIZZU

02/09/2009