Cagliari, la Soprintendenza dice addio alla legnaia: “Ha danneggiato l’Anfiteatro”
“Ha ammalorato il monumento”. L’accusa è della Soprintendente Picciau che ha ricordato che il via libera (per 5 anni) riguardava una struttura leggera e amovibile e che la legnaia invece è stata installata in modo difforme rispetto alle autorizzazioni. Scintille con presidentessa commissione comunale Cultura Enrica Anedda
L’Anfiteatro romano di Cagliari è stato ammalorato dalla “legnaia”. E ora per il restauro ci vorranno almeno 18 mesi. Ma niente tempi certi. Perché quando si tratta di cantieri nelle aree archeologiche sorprese e lungaggini sono dietro l’angolo. Per la Torre dell’Elefante si parla di apertura nel 2020, mentre mancano i fondi per la riapertura della Torre di San Pancrazio.
È quanto è emerso dalla commissione comunale Cultura di ieri, presieduta da Enrica Anedda, Fdi, protagonista di qualche vivace scambio con l’ospite della seduta Maura Picciau, Soprintendente cagliaritana dei Beni archeologici e paesaggistici, ieri a palazzo Bacaredda assieme all’esperta di archeologia urbana Giovanna Pietra, per discutere sui lavori e sul futuro dell’Anfiteatro romano.
La Picciau ha dichiarato il monumento è stato “ammalorato” dalle tribune metalliche installate nel 2000 e utilizzate per accogliere gli spettatori ai concerti rock che si svolgevano in viale Sant’Ignazio. Strutture mai rimosse che hanno riempito le antiche gradinate di muffe e funghi devastanti per la salute del monumento. Danni che hanno poi costretto il Comune a rimediare e a mettere mano al portafogli, dando il via a lunghi e complicati lavori. Non son mancati i momenti di tensione: punta dalla Anedda sull’autorizzazione concessa alla legnaia la Picciau ha ricordato che l’ autorizzazione (per 5 anni) riguardava una struttura leggera e amovibile e che la legnaia invece è stata installata in modo difforme rispetto alle autorizzazioni. Davanti alle insistenze della Anedda, la Picciau ha invitato la presidentessa della commissione a mandare le carte in procura.
Si è poi discusso sui lavori di restauro. La Picciau ha ricordato che l’intervento prevede un cronoprogramma di 18 mesi. Tuttavia le possibilità di nuovi ritrovamenti, il maltempo e i rischi legati alla salute del monumento, ecc., rendono impossibile fissare una data certa circa la conclusione. Potrebbero tornare gli spettacoli: è presto per dirlo, secondo la Soprintendente. Nessuno si azzarda a riproporre strutture ingombranti in grado di accogliere le folle dei concerti rock del passato. Probabile il ricorso ad una struttura più modesta per spettacoli da massimo mille spettatori.
“L’auspicio di tutti noi è che l’anfiteatro venga recuperato al meglio e con i tempi più celeri possibili, ma soprattutto che, dopo tutto questo lavoro di cura, non si pensi di aggredirlo nuovamente”, ha scritto su Facebook Francesca Ghirra, consigliera dei Progressisti, “confidiamo che la nuova amministrazione porti avanti quanto previsto dal Piano Particolareggiato del Centro Storico, prevedendo la realizzazione del parco storico della valle di Palabanda, che si articolerà tra Orto botanico, Orto dei Cappuccini e Anfiteatro”.
“Il centrosinistra ha lasciato il monumento chiuso per anni”, ha attaccato Enrica Anedda, “solo recentemente lo ha parzialmente riaperto, ma non ha realizzato nessun progetto per il futuro. Sarà ora la giunta Truzzu a dover studiare un progetto che dovrà garantire la fruizione turistica del monumento e i nuovi spettacoli”.