Rassegna Stampa

Il Sardegna

Tutti contro tutti su via Castelfidardo scaricabarile tra Comune e Abbanoa

Fonte: Il Sardegna
1 settembre 2009

Urbanistica. Il Gruppo Cavità accusa entrambi: sotto viale San Vincenzo da 60 anni una cisterna colabrodo

Il Comune punta il dito contro i progetti dei palazzi a rischio crollo. Ilgestore:«Nuovitubi»
Flussi sotterranei che minano la stabilità degli edifici, rivoli che montano fino a costituire una minaccia per i palazzi, a rischio crollo. È ancora “dagli” ad Abbanoa, gestore delle acque responsabile - secondo i detrattori - anche della fragilità del sottosuolo. Tra viale San Vincenzo e via Peschiera si troverebbe la chiave del pericolo per le tre palazzine da evacuare o consolidare nell'area di via Castelfidardo: una cisterna che spinge con forza fiumiciattoli minacciosi tra le cavità attorno a piazza d'Armi, che talvolta si aprono inghiottendo le auto, come successo nel 2008. Lo sostiene il Gruppo Cavità Cagliaritane, associazione di speleologia che ha contato in quella zona 14 “saloni” vuoti, grandi circa 60 metri quadrati, compresi nel sistema di scorrimento delle acque realizzato nel 1860. «È inaccettabile lo scaricabarile del Comune e della società Abbanoa », denunciano Marcello Polastri e Diego Scano, della Onlus «Abbiamo spedito decine di lettere e relazioni al comune, non ultima la relazione sui danni causati dall’alluvione dell’ottobre scorso a Tuvixeddu e piazza d’Arma, in cui abbiamo denunciato la presenza di laghi sotterranei e corsi d’acqua originati dalle perdite cospicue della rete idrica metropolitana. Non comprendiamo come mai l'acquedotto accessibile da viale San Vincenzo continui a perdere centinaia di metri cubi d’acqua al giorno, da 60 anni a oggi».
I RISCHI. L'intera area Is Mirrionis- Sa Duchessa poggia su terreno di riporto, si sapeva molto prima che in piena estate arrivasse l'ordinanza del sindaco Emilio Floris sullo sgombero di due palazzine (1b e 3b di via Castelfidardo) e la messa in sicurezza - a spese dei proprietari - di una terza, in via Peschiera. Se le cavità sono note da anni, la ricerca delle cause arriva solo adesso. Adesso che i cittadini si sono rivolti al tribunale e un consulente di parte ha dato l'allarme: il rischio crolli è imminente. Sulle cause è in corso l'analisi del perito, oltre «agli studi del comune di Cagliari», fa sapere l'assessore ai Servizi tecnologici Giovanni Giagoni, che punta lo sguardo su Abbanoa, seppur con diplomazia. Non lo vuole dice apertamente, ma in Comune il colpevole si chiama gestore della rete. «Non credo il problema sia da attribuire interamente ad Abbanoa. Certo dalla sua istituzione il servizio in città è decisamente peggiorato ». Ma l'esponente dei Riformatori punta il dito sui privati. «Il problema vero sta nella progettazione degli edifici, ovvero nell'adeguatezza delle fondamenta rispetto al tipo di terreno ».
LA REPLICA. Da Abbanoa pongono il quesito inverso. «Mi domando anche perché quegli edifici siano stati autorizzati su un terreno notoriamente di riporto ». L'ingegnere Massimo Cittadini, responsabile Abbanoa per tutta la fascia costiera, non ci sta a finire sulla graticola. Dopo le prime perdite delle tubazioni risalenti all'agosto 2008, per riparare la voragine che aveva risucchiato un'auto, pochi gironi fa ha inviato i tecnici sul posto, di notte, ad “auscultare” la voce dell'acqua. E ha deciso di tagliare la testa al toro: meglio sostituire le tubazioni per non parlare più di rete- colabrodo. «Non avevamo mai ricevuto segnalazioni di perdite di pressione oppure di guasti - garantisce Cittadini - Le infiltrazioni potrebbero derivare da giardini, dagli allacciamenti privati, sui quali non abbiamo competenze».
VISITA NEL SOTTOSUOLO. Intanto è iniziato il monitoraggio e lo studio delle cavità sotterranee che il Gruppo di Polastri ha deciso di realizzare per il Comune e la procura della Repubblica. Ieri c'è stato un sopralluogo, seguiranno analisi per sondare meglio la qualità del terreno, e l'impatto che i vuoti hanno sul rischio voragini. Nonostante lo studio dell'Università sull'area, Polastri aveva proposto di realizzare il report su piazza d'Armi per il Comune, gratuitamente. «Fin quando non sarà realizzato l'ufficio del sottosuolo - ricorda Polastri che lo aveva proposto da consigliere di circoscrizione - non si potrà mai avere una conoscenza effettiva della Cagliari nascosta». ¦ E.L.


«Per monitorare il sottosuolo organizziamo visite guidate»
«L'unico modo per monitorare di continuo le cavità di Cagliari è quello di aprirle ai turisti». Marcello Polastri propone da tempo al Comune di istituire un tour guidato, una visita dei sotterranei della città, come avviene in altre centri d'attrazione turistica e culturale. «È da tempo che lo proponiamo al Comune, ma non ci ha mai risposto ». Sono quattro le porte d'ingresso per la piazza d'Armi sotterranea, quella che da viale San Vincenzo si estende fino a Tuvumannu. Sedici “stanze”, saloni grandi 8 metri per 8, che fanno parte di un sistema di distribuzione idrica realizzato nel 1860. Le ha varcate ieri mattina la squadra del Gruppo Cavità Cagliaritane di Marcello Polastri (speleologo), composta da un ingegnere strutturista, Francesco Aresu, dal fotografo Diego Scano, dall'architetto Francesco Antonucci. Al progetto partecipano anche un archeologo e un biologo, Massimiliano Deidda. Il report sarà presentato tra pochi giorni.