VIA JENNER.
Brotzu e Microcitemico assediati dai rifiutiLa discarica tra gli ospedali
Non è semplice vederla perché, per accorgersene, bisogna passarci molto vicino. Ma una volta che appare davanti agli occhi, in tutta la sua vastità, ci si rende immediatamente conto della gravità della situazione. L'enorme discarica abusiva, situata in un vicolo di via Jenner, tra il Microcitemico e l'ospedale Brotzu, continua a crescere a dismisura. Da sempre il luogo -nascosto rispetto alla strada principale, che viene attraversata ogni giorno sia dalle ambulanze che da numerosi cittadini - è meta privilegiata degli incivili che approfittano della posizione e della mancanza di illuminazione per abbandonare ogni genere di rifiuto. Il tutto a pochi passi dai due ospedali, dalle fermate degli autobus e dalle diverse attività commerciali presenti nella via.
Il luogo
Percorrendo via Jenner in direzione del Brotzu, una volta superato il Microcitemico, è possibile svoltare sulla sinistra in una stradina laterale che, se attraversata fino in fin fondo, si rivela un vicolo cieco che conduce ad un edificio abbandonato tra gli alberi, alle pendici del colle di San Michele. Ogni mattina dipendenti, pazienti e visitatori dei due ospedali parcheggiano le proprie vetture su uno dei lati della stradina. Mentre la notte, data l'assenza di un impianto di illuminazione (sono presenti in pochi punti alcuni lampioni ma non funzionanti) e favoriti dalla mancanza di telecamere, gli incivili ne approfittano per scaricare rifiuti di qualsiasi tipologia. Le siringhe dimostrano invece come il vicolo sia rifugio e nascondiglio anche per sbandati e tossicodipendenti.
I rifiuti
Ogni angolo della strada è disseminato di rifiuti. Diversi punti, sia lungo il marciapiede che nella stessa carreggiata, sono ostruiti dalla presenza di enormi sacchi neri di spazzatura indifferenziata. Tra le buste, spesso squarciate, si possono individuare piatti di plastica, bottiglie di vetro, cicche, involucri di cartone ma anche indumenti e scarpe. Ci sono pure sedie di plastica, vecchie cassette ortofrutticole; cerchioni o pezzi di pneumatico sono rintracciabili sia tra le radici degli arbusti che lungo i camminamenti realizzati diversi anni fa. Anche il canneto e la rete metallica, che separano la strada pubblica da un campo vicino, si sono trasformati in una barriera divisoria che accoglie i rifiuti. Neppure gli arbusti e gli alberi sono stati risparmiati dal degrado: sia tra le radici che tra i rami ci sono bottiglie di plastica, fazzoletti e involucri di cartone.
Il salottino nel degrado
Sotto un olivo, nella parte centrale del vicolo, sono state abbondante due vecchie poltrone marroni in pelle, con annesso un materasso ripiegato. Con un po' di fantasia, frugando tra tutta l'immondezza presente, non sarebbe difficile ricostruire un piccolo salotto domestico. A pochi metri di distanza si possono trovare le ante di una credenza in legno e le assi di quello che un tempo doveva essere un tavolo di larghe dimensioni. Per non farsi mancare niente, sono presenti anche i resti di alcuni elettrodomestici: a spiccare, in mezzo ad alcuni bustoni lasciati sotto le fronde di un albero, c'è lo scheletro di un grosso frigorifero. Tra la fitta vegetazione appare anche un vecchio edificio ormai fatiscente e abbandonato. Gli ingressi sono sbarrati dai mattoni e dal cemento, mentre le pareti sono tappezzate di graffiti e scritte. Non è difficile scorgere la presenza di siringhe e lacci emostatici. Un vero peccato, che un'area così verde e rigogliosa, possa essere stata trasformata in una discarica a cielo aperto.
Matteo Piano