SU SICCU.
L'Autorità portuale: «Non vogliamo cattedrali nel deserto, ne discuteremo col Comune»Padiglione Nervi, lavori in corso ma futuro incerto
Mostre, musica, area sportiva:non c'è ancora un'idea chiara
Un centro polifunzionale per usi ricreativi e culturali, oppure una stazione marittima che diventi snodo nevralgico di un sistema di trasporto fluviale. Da oltre un anno si parla del futuro del padiglione Nervi, un gigantesco capannone e un ettaro di terreni a ridosso del mare inutilizzati da trent'anni, ma le ipotesi avanzate negli ultimi dodici mesi per ammodernare e dare nuove funzioni all'ex magazzino del sale sono ancora un punto interrogativo. «Un'idea chiara non c'è», ammette Massimo Deiana, presidente dell'Autorità portuale proprietaria: «Con l'amministrazione comunale siamo rimasti d'accordo di vederci e discuterne dopo l'estate. Il complesso ricade sotto la nostra giurisdizione ma non possiamo decidere da soli».
Un edificio abbandonato
Il grande edificio a pochi passi dal porticciolo di Su Siccu, 16 metri d'altezza, 28 di larghezza e 50 di lunghezza, è uno scheletro vuoto e di brutto aspetto, mentre l'area circostante è piena di buche scavate nei mesi scorsi da mezzi meccanici che però non si vedono da settimane. È tutto fermo, in sostanza, nonostante un cartello sistemato sulla rete metallica che divide la pista ciclabile e la piccola strada dal cantiere (aperto per riqualificare “le aree circostanti il capannone Nervi”) indichi il prossimo dicembre come data di fine lavori. Spesa prevista: 1,4 milioni di euro.
Interventi e spese
Le opere di sistemazione sono bloccate perché è in corso la «bonifica bellica», spiega Deiana. Le maestranze stanno eliminando i residui dei bombardamenti che risalgono alla Seconda guerra mondiale. Terminata questa fase si farà un passo in avanti: bandire la gara d'appalto riguardante la progettazione della banchina Est, che prevede la realizzazione di un nuovo spazio per la nautica da diporto e per gli sport nautici sul lungomare, oltre a un'area per lo svago tra la passeggiata di Sant'Elia e quella di Su Siccu. «Il parco e l'area per le banchine fanno parte di un accordo di programma sottoscritto da Comune e ministeri competenti», spiega Deiana. Ma come utilizzare il padiglione Nervi, punto centrale del progetto, è ancora da decidere.
L'Autorità portuale
Nel tempo era stata avanzata anche l'ipotesi di trasformarlo in acquario, museo del mare, centro vendite dei prodotti della pesca. Ipotesi scartate dall'Autorithy, pur nella consapevolezza di dover «discuterne con i portatori di interesse». Cioè tutti gli enti interessati agli interventi, «soprattutto il Comune». L'obiettivo è «condividere le decisioni e avere una struttura il cui utilizzo sia il più ampio possibile», spiega Deiana, «non vogliamo realizzare cattedrali nel deserto e un polo museale poco emozionante».
Le ipotesi in campo
Secondo l'Autorithy servirebbero «un centro polifunzionale con una parte espositiva e la cronistoria dell'industria del sale, quindi una sala conferenze utile anche per la musica e i concerti. Poi gli insediamenti sportivi. Cagliari ormai è gigantesca palestra a cielo aperto con piste ciclabili e pedonali, il padiglione è nel bel mezzo di una passeggiata in piena zona protetta. Quanto sarebbe affascinante assistere a piece teatrale la sera, a mostre ed eventi culturali? Si potrebbe mangiare, bere, prendere il sole, fare il bagno, avere uno spazio per le docce e gli spogliatoi. Ci sono decine di esempi di recuperi simili in tutto il mondo e in Italia. Ma ogni cosa va discussa con il Comune». I tempi? «Stiamo facendo quanto necessario per ripulire l'area. Poi faremo una gara e si deciderà la destinazione del complesso in base alla volontà prevalente».
Andrea Manunza