IL CASO.
Un bel museo dei writer in via San Saturnino La città sotto scacco:
palazzi e monumenti
deturpati con la vernice Scritte d'amore, scarabocchi e slogan violenti
Nessun quartiere risparmiato dai vandali
Cuori trafitti e messaggi d'amore, rabbia militante e liberi pensatori. E poi loro, gli imbrattatori seriali di muri, palazzi, monumenti. Scribacchini convinti che la città sia loro, un foglio bianco da sporcare senza criterio. L'esatto contrario di writer e graffitari, gli artisti di strada, i pittori dell'urbe che magari scelgono la parete vecchia e triste per inondarla di colore e renderla bella.
Artisti di strada
Il piccolo, incredibile mondo cromatico di via San Saturnino si fa dimenticare presto quando si passeggia in città e ci si imbatte nelle scritte e nei disegni che diventano sconcio quando vengono inflitte a un monumento, una costruzione storica, sulla pelle di Cagliari. Scarabocchi, frasi senza senso, pasticci sui muri pubblici e sulle pareti private che i proprietari hanno magari dipinto di fresco e si ritrovano a dover ritinteggiare. Non si salva nulla. Né una strada, né un quartiere. Centro o periferia poco importa, le incursioni sono praticamente quotidiane. Serali e seriali. I messaggi si intrecciano. Invocazioni e speranze politiche in tinta rossa o vernice nera attraversano Cagliari. A cerchiate, falci e martello, frecce spezzate e fasci littori che rammentano il passato, riproponendosi come dazebao di un lontanissimo Sessantotto o della fine degli anni Settanta, pur aggiornati nel linguaggio e negli obiettivi. Sono lì, ancora e soprattutto diffusissimi sui muri delle facoltà universitarie. Slogan dei ribelli e degli “uomini d'ordine”.
La comunicazione
Semplice capire, magari anche giustificare la voglia di comunicare, l'utilizzo dell'antico linguaggio della scrittura murale che solo apparentemente stride con i messaggi del web. L'altra faccia della medaglia sono gli scarabocchi. Disegni sporchi, scritte offensive, inni alla violenza. Sui muri, sulle case, nelle piazze. Da Castello al Poetto, da Santa Avendrace a Sant'Elia passando per Monte Urpinu, San Benedetto, Fonsarda, Stampace. La bellezza che fa a gara con la sporcizia.
Andrea Piras