CENTRO STORICO.
Marina, Castello e Stampace: le batterie sono da sostituire
Cassonetti con le pile scaricheLe isole ecologiche si aprono senza scheda ormai da settimane
È un po' come un nevrastenico che non riesce a cambiare canale del televisore e pesta sui tasti del telecomando all'infinito. Fino a quando non arriva qualcun altro, serafico: «Hai provato a cambiare le batterie?». Per i “bunder”, cioè i 142 contenitori per umido e multimateriale (suddivisi in 56 postazioni) che funzionano col microchip - sistema alternativo alla raccolta dei rifiuti porta a porta che non si può attuare nei rioni storici di Castello, Marina e Stampace - è andata pressappoco nello stesso modo. «Un problema informatico», si era ipotizzato in Municipio, quando ci si è resi conto che molti di quei bunder si aprivano senza utilizzare la scheda col microchip distribuita agli utenti, con il risultato che tutti potevano aprirli e buttare dentro ciò che volevano. Dall'assessorato all'Ambiente, il 5 settembre, avevano assicurato che il problema sarebbe stato risolto entro pochi giorni, reinstallando il software nei cassonetti.
Batterie scariche
Invece, no: semplicemente, ai bunder bisogna soltanto cambiare le pile. Che, certo, non è che siano durate granché, infatti il Comune ne chiede la ragione alla ditta fornitrice, ma c'è da dire che le temperature torride dell'estate (di questa in particolare) non sono generalmente amiche delle batterie. Così, nei giorni scorsi, è iniziata l'operazione di sostituzione degli accumulatori di energia elettrica di cui sono dotati i cassonetti della differenziata nei quartieri storici. Un'operazione tutt'altro che conclusa: ancora ieri, molti di quei contenitori si potevano aprire semplicemente tirando la maniglia del coperchio. Nati per la raccolta differenziata con accesso riservato ai residenti dotati del microchip, da settimane sono a disposizione di chiunque e per questo, inevitabilmente, si riempiono di carta, plastica e altro materiale che, con quel singolo bunder, non c'entra proprio nulla. A un incivile, non sfugge mai un'occasione per mostrare di che pasta è fatto, come dimostrano anche le discariche abusive sparse in vari quartieri della città, che si riformano dopo ogni bonifica.
Squadre al lavoro
L'operazione “cambiamo le pile” procede a passi non proprio da gigante: sono ancora molti i contenitori-bunder che in teoria dovrebbero aprirsi attraverso il microchip, ma in pratica li può scoperchiare chiunque. Basta fare un giro della città, nei tre quartieri storici dove quei contenitori tecnologici sostituiscono i mastelli in dotazione alle famiglie: ancora ieri mattina, in molti casi scelti “a campione”, scoperchiarli era un gioco da ragazzi.
La “prova su strada”
Le ditte d'appalto della raccolta differenziata hanno installato i bunder a gruppi di due o di tre. In viale Regina Margherita, i contenitori di due gruppi (ai civici 35 e 51) erano esausti (nel senso delle batterie, quindi si aprivano), mentre quelli raggruppati di fronte al civico 2 opponevano la resistenza che ci si aspetta da loro. Batterie già sostituite (o non ancora scariche) nei terzetti di contenitori in via Roma (civici 55, 97 e 111), mentre in Castello si aprono senza microchip - tra gli altri - i bunder di via e piazza Lamarmora, così come quelli in via Università. Coperchi apribili anche in via Dettori alla Marina, ma non in piazza Dettori. “A valle”, a Stampace, resistono i coperchi in via Santa Margherita, ma nelle stradine interne non sempre va nello stesso modo. La speranza è che s'intervenga, come dire, con energia.
Luigi Almiento