BONARIA.
Sabato sarà illustrato il restauro della tomba del canonico Spano
Il cimitero insegue una nuova vita
Tanti i problemi da risolvere: a rischio le statue e le cappelle
Non gode di buona salute: le polveri sottili, le piante infestanti, le mancate manutenzioni, la bassa qualità del marmo delle statue hanno danneggiato seriamente il cimitero monumentale di Bonaria. Quei nove ettari di tranquillità al centro della città hanno bisogno di interventi seri e importanti. Ci prova la Soprintendenza che, sabato, in occasione delle “Giornate europee del patrimonio”, illustrerà il restauro della tomba del canonico Giovanni Spano.
L'intervento
Un lavoro simbolico. Ma che si è reso indispensabile. «I nostri funzionari», spiega la soprintendente Maura Picciau, «hanno segnalato che il monumento era in pessime condizioni, addirittura a rischio di crollo. Abbiamo temuto il peggio: il Comune ha proceduto con lo smontaggio per salvaguardare le parti esistenti». La tomba dello studioso che, per primo, affrontò con criteri scientifici il tema della lingua sarda, sarà salvata. «Grazie alla collaborazione tra le istituzioni: oltre alla Fondazione di Sardegna, ha partecipato anche il Comune di Ploaghe, il paese natio del canonico».
La situazione
Ma il restauro della tomba dello Scano è solo una goccia nel mare: le polvere sottili stanno lentamente distruggendo le statue in marmo. Come quella del piccolo Efisino Devoto: le macchie più chiare testimoniano il fatto che il marmo si stia sbriciolando. Colpa, spiegano gli esperti del cimitero, anche della qualità e del taglio della pietra. Ma, appunto, l'inquinamento atmosferico ha accelerato il processo. «Come Soprintendenza», riprende Picciau, «stiamo istituendo un laboratorio di restauro. Uno dei primi interventi sarà su questa statua».
I problemi
Ma c'è da fare i conti con l' ailanthus altissima , una pianta infestante che sta minando la stabilità delle cappelle e delle statue, queste ultime attaccate anche da un'alga rossa, la trentepohlia . Non solo: le sepolture in terra sono in pessime condizioni. In passato, non si faceva particolare attenzione quando venivano liberate le tombe. Con il risultato che, in alcuni punti, si sono formate voragini, visibili quando piove. Non stanno meglio le cappelle nella parte alta, alcune delle quali a rischio crollo.
Le soluzioni
Una ferita al cuore per la soprintendente, molto legata al cimitero monumentale di Bonaria: circa nove anni fa, quando ancora era una storica che lavorava per la Soprintendenza, insieme all'architetto Stefano Montinari, si impegnò tantissimo per l'inserimento di Bonaria nella rete europea dei cimiteri monumentali. Ma servono altri interventi per ridare l'antica bellezza a quei nove ettari di parco. «Intanto», afferma Picciau, «è positivo il fatto che siano riprese le sepolture a Bonaria, interrotte nel 1968. Un cimitero si preserva, in primo luogo, attraverso l'affetto dei parenti dei defunti». Con il passare delle generazioni, sempre meno le persone che visitano parenti scomparsi da decenni. «Ed è indispensabile un lavoro di progettazione per ridare vita e dignità al cimitero».
Marcello Cocco