Stop alla vendita di schermi al plasma o cellulari ipertecnologici: si cercano solo oggetti utili
Crollo delle vendite dei beni voluttuari: «Un calo del 35, 40 per cento»
Il superfluo inizia a non avere più acquirenti. Un viaggio nella Cagliari degli acquisti, parla chiaro e con una voce unanime: «Non ci sono soldi e quei pochi che restano servono solo per il necessario, come cibo e spese legate alla casa e ai figli. Il resto ormai è tutto superfluo». La parola sa quasi di un capriccio, ma prima non era così. Michele Pesolo nel suo negozio di elettrodomestici non ha dubbi: «La crisi incombe e per quanto mi riguarda parlo di un meno 35, 40% nelle vendite. Con l'arrivo dell'euro ancora si osava, poi passato qualche anno e sino ad oggi tutto è in fase di discesa. Si rifà un nuovo acquisto solo se l'elettrodomestico non funziona proprio più. La cosa ancora più grave è che c'è così tanta insicurezza che non osano neanche più acquistare grazie alle finanziarie. Altro che pagherai tra uno, due anni, che cosa ne sanno di cosa accadrà dopo? Ricchi, poveri ora sono uniti almeno in una cosa: l'insicurezza sul futuro». Altro che televisori al plasma, telefonini di ultima generazione, basta un televisore che funzioni, un cellulare. Le uniche cose che restano sono le ricorrenze, ma anche in questo caso in tono minore. Patrizio Collu e Maria Filomena Usai nella loro gioielleria Is Prendas concordano: «Oggi l'abbigliamento e le calzature costano più dei gioielli che quindi scendono nella classifica degli acquisti già ridotti. Ecco che l'oro non si richiede quasi più e magari punti all'acciaio o all'argento sperando di spendere meno. In tanti riparano l'oro che avevano in un cassetto, lo lucidano e lo rimettono a nuovo. Se il battesimo conserva la tradizionale catenina, le comunioni e le cresime puntano all'arredo della cameretta. Questo sì che non appare superfluo, ma utile. Ma i ricordi dove finiranno?». In tempo di crisi la gente preferisce non rischiare e allora dice basta ad oggetti che se prima erano un cult, oggi sono diventati superflui. «Si risparmia su tutto, persino sui fiori», rileva Cristiano Lucchi, di “Canepa”. «Osano solo per le feste obbligate, ma con cifre ridotte rispetto al passato. I matrimoni non puntano più sullo sfarzo di fiori di un tempo e persino dentro le case non si punta a piante d'arredamento costosissime. Oggi non si capisce più che è ricco e chi povero perché i primi osano con estrema parsimonia, i poveri osano con grandi sacrifici per poter dire, almeno un giorno ho vissuto anche io». Lo sanno i negozianti che prima avevano un boom di richieste, di clienti che quasi non badavano a spese, e che oggi chiedono il meno caro. Lo hanno dimostrato anche gli ultimi saldi: «Vanno bene i primi giorni, quando si compra il necessario, poi basta. Tutto il resto è superfluo e non si compra più», rilevano nei vari consorzi di categoria. E quando qualche sfizio arriva, si sconta con altre rinunce come spiega Linda Doi nel Beauty Center. «Le donne spesso devono già rinunciare a tanto per contenere la crisi ma almeno alla bellezza no, quella è un sogno che nessuna crisi almeno per ora può fare morire». BEATRICE SADDI