Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Troppi ritardi contro i roghi»

Fonte: La Nuova Sardegna
31 agosto 2009

DOMENICA, 30 AGOSTO 2009

Pagina 3 - Fatto del giorno 



I sindaci: più prevenzione, nuovi mezzi, applicazione del piano regionale



LOTTA AL FUOCO Dall’Anci della Sardegna una dura denuncia «Maggiore unità d’azione e coordinamenti efficaci»


di Pier Giorgio Pinna
CAGLIARI. «Troppi ritardi nella lotta al fuoco in Sardegna: le micidiali giornate e le due vittime del 23 e del 24 luglio dimostrano che c’è bisogno di più unità d’azione, di maggiore coordinamento e di sfruttare tutti gli strumenti previsti nel piano regionale antincendi».
Dalla riunione dei sindaci sardi promossa dall’Anci sono arrivati un appello e un monito. Un appello a recuperare il tempo perduto per fronteggiare la terribile piaga che ogni estate infetta l’isola con morti, ustionati e danni incalcolabili. Un monito perché tutti (gli amministratori come gli uomini della Protezione civile, i forestali regionali come le forze dell’ordine) s’impegnino allo stremo nella prevenzione, nella pulizia, nel riordino delle aree boschive, nella repressione. Numerose le proposte. Come dar vita ogni anno, dal gennaio 2010, a vertici operativi per tracciare un preciso bilancio, valutare le contromisure, indicare per l’estate successiva mezzi disponibili e necessari, attribuire in via preliminare a ciascuno i propri compiti.
All’incontro dell’Anci, nel Palazzo Viceregio, la partecipazione è stata grande. Presenti tantissimi sindaci, assessori all’Ambiente e delegati di quasi un quinto dei 377 Comuni. Tra i più combattivi e polemici, e non poteva essere diversamente, i rappresentanti dei centri più devastati dalle fiamme. C’erano i primi cittadini di Mores (Pasquino Porcu), di Tertenia (Guido Pisu), di Pozzomaggiore (Tonino Pischedda), di Florinas (Giovanna Sanna), di Cheremule (Salvatore Masia), di Sindia (Franco Scanu), di Bosa (Pierfranco Casula), di Oliena (Francesco Capelli), di Loiri-Porto San Paolo (Giovanni Inzaina), di Dolianova (Gigi Piano), di Samugheo (Emanuele Sanna), di Modolo (Omar Hassan). E molti altri ancora, affiancati dai dirigenti del corpo forestale e da funzionari regionali. Un piccolo esercito, insomma: deciso a impegnarsi al massimo per evitare altre tragedie.
La riunione, protrattasi per oltre 4 ore, si è aperta con un minuto di silenzio. Un gesto per ricordare il sacrificio delle vittime dei roghi di luglio: Mario Piu, 58 anni, di Pozzomaggiore, e Antioco Serra, 56 anni, di Mores. Il punto sulla gravità della situazione è stato fatto in una ventina d’interventi, con richieste di provvedimenti da tutte le zone colpite: dal Logudoro alla Gallura, dal Campidano alla Giara. «Purtroppo nessun assessore regionale ha potuto partecipare - si è rammaricato a fine incontro il presidente dell’Anci sarda, Tore Cherchi - Ci hanno spiegato che esistevano ragioni oggettive che l’hanno impedito. Ma è stato un peccato. Intanto, perché la giunta avrebbe potuto registrare le critiche, le domande, le proposte. E poi perché, a prescindere dagli schieramenti, è stato dato atto all’esecutivo sardo di aver bene operato stanziando, subito dopo i roghi, 3 milioni da destinare all’acquisto dei mangimi per il bestiame e ad altri aiuti. Soldi che non basteranno: perché sono stati molti i pastori e i contadini che hanno subìto devastazioni in giorni differenti rispetto ai momenti più brutti del 23 e del 24 luglio: e anche loro hanno diritto ai risarcimenti».
L’incontro a Palazzo Viceregio è servito inoltre per fare una prima stima, ancora parziale, delle distruzioni provocate quest’anno dal fuoco in Sardegna. Se da un lato viene confermato che l’estate 2009 verrà ricordata come una delle peggiori degli ultimi 15-16 anni, dall’altro si calcola che il totale dei roghi sarà superiore ai tremila e gli ettari inceneriti ai trentamila. Una catastrofe che, per quanto riguarda la sola agro-zootecnia, ha colpito ottantamila tra pecore e capre, oltre che quattromila capi bovini.
Anche da qui il durissimo j’accuse di tanti amministratori contro i ritardi, le deficienze, le inadeguatezze degli interventi messi in campo nelle giornate cruciali. «Ci sono stati caos, incertezze, assenze - è stato ricordato da parecchi sindaci - Certificati dagli scontri fra la giunta regionale e il responsabile della Protezione civile, Guido Bertolaso. E dai conflitti tra i vigili e i forestali denunciati dai sindacati». «L’esigenza di un’azione congiunta, di un coordinamento davvero efficace, di un impegno collettivo non può più venire minimizzata», hanno sottolineato altri. Mentre altri ancora hanno rammentato come gli ultimi fatti confermino una realtà conosciuta: il 70% degli incendi è doloso, il resto frutto di incidenti o comportamenti imprudenti, soltanto una percentuale irrisoria è attribuibile a eventi naturali (come l’autocombustione). «E se è vero che recentemente sono aumentati arresti e denunce - è stata la conclusione -, è anche vero che, di fronte a una media annuale di 2.600 roghi, un centinaio di persone deferite alla magistratura restano poca cosa. Ecco perché vanno intensificate le indagini di polizia giudiziaria: la repressione sta diventando fondamentale se vogliamo scongiurare nuovi drammi».
Un’ultima questione ha riguardato il catasto dei terreni. I sindaci sono tutti d’accordo sul fatto che nelle superfici bruciate non si possa costruire né cacciare. «Ma molti di noi pensano che non sia altrettanto giusto vietare il pascolo - osserva il presidente dell’Anci regionale - Anche perché spesso i pastori subiscono il danno e non lo provocano: così verrebbero colpiti due volte. E dato che adesso il catasto è in pratica stato completato da tutti i Comuni, una svolta in questo senso è senz’altro indispensabile».