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Il sindaco: «Restituire il sito alla città». La soprintendente: «Serve pazienza»
Nell'Anfiteatro ripartono i lavori
Al via in autunno il secondo lotto. Mistero sui tempi della riapertura
«Serve pazienza». All'invito della soprintendente Maura Picciau, 53 anni, a qualcuno d'istinto è sfuggito uno sguardo stupito. Lungo la passerella che conduce all'Anfiteatro romano - chiuso ormai da otto anni per il restauro in corso - ieri mattina si è fatta strada una carovana di tecnici e amministratori con in testa il sindaco Paolo Truzzu, 47 anni, che voleva capire a che punto è il recupero.
Tre fasi
«Il primo interesse dell'amministrazione è quello di riavere questo luogo di immenso valore archeologico, culturale ma anche turistico. Il secondo obiettivo è averlo il più in fretta possibile per renderlo fruibile dai cittadini come monumento. Poi c'è il ragionamento che l'amministrazione vuole assolutamente fare in termini di spettacoli perché questa è la sua vocazione originaria», ha chiarito il sindaco alla titolare della Soprintendenza. Che ha promesso: «Sarà così».
Le incognite
Impossibile conoscere la data nella quale il sito verrà riaperto. «È una roulette russa - ha esordito la direttrice dei lavori Maria Luisa Murrili, 58 anni, rispondendo a una precisa domanda del sindaco -. La parte progettuale è a posto. Diciamo che una porzione la realizzeremo subito perché abbiamo le risorse, ma sull'altra porzione bisogna vedere: gare, affidamenti, imprese, disponibilità d'impresa, la pioggia, il tempo». Insomma, un mistero. E proprio perché la riapertura del sito resta un mistero c'è allo studio un piano B per consentire almeno di avvicinare il pubblico all'arena. Le assessore Paola Piroddi, 49 anni, e Gabriella Deidda, 57, rispettivamente Cultura e Lavori pubblici, spiegano: «C'è un progetto di utilizzo per il quale stiamo predisponendo la gara. Lo scopo è di usare almeno una parte del sito a partire dal 2020».
Il secondo lotto
Nelle prossime settimane prenderà il via il secondo lotto di lavori per i quali erano stati già stanziati 500 mila euro. A illustrare passo dopo passo quel che verrà fatto è stata la coordinatrice dell'area funzionale del patrimonio archeologico Gianfranca Salis, 46 anni, che in prima battuta ha sgombrato il campo da equivoci: «Nei monumenti archeologici nessun intervento è conclusivo perché si tratta di strutture esposte». A chi sperava che la chiusura del cantiere fosse vicina ha spiegato: «Il restauro è ancora lungo, ci sono tantissime problematiche molte delle quali si stanno risolvendo con scelte mirate su ogni punto. Ogni elemento va studiato e calibrato». Ed ecco alcune delle complicazioni che hanno provocato qualche ritardo ma anche fornito preziose informazioni sul piano della ricerca storica. «L'idea è studiare l'antico sistema dell'acqua il cui ripristino non è solo elemento di conoscenza. Rimetterlo in funzione servirà per garantire la conservazione della struttura. Le problematiche sono tantissime: per esempio, l'erba cresce in continuazione e serve una manutenzione costante».
In Consiglio
L'Anfiteatro romano nelle prossime settimane terrà banco anche nell'aula di palazzo Bacaredda. Nei giorni scorsi è stata presentata una mozione di cui Raffaele Onnis dei Riformatori, 47 anni, (ieri presente al sopralluogo) è primo firmatario che avanza un piano di recupero dell'intera area di Palabanda. I punti chiave sono: un biglietto unico per il percorso romano, l'apertura al pubblico dall'ingresso storico e la sostituzione della recinzione. A metà mattina a sostenere la causa anche il presidente del Consiglio Edoardo Tocco, 69 anni, che conoscendo bene i luoghi si è risparmiato la visita guidata ma sul cancello ha assicurato: «Questo sito lo riapriremo, abbiamo preso un impegno».
Mariella Careddu