Reddito di cittadinanza, i navigator in Sardegna per aiutare 40mila disoccupati
Temussi (Aspal): hanno già preso servizio a Sassari, Nuoro e Oristano, ora il Sud dell'isola. Sono affiancati da orientatori esperti dell'agenzia regionale per il lavoro
di Pier Luigi Rubattu
A Sassari, Nuoro e Oristano i navigator hanno già preso servizio. Nel Sud dell’isola saranno operativi da domani, lunedì 9 settembre. Anche in Sardegna è partita la seconda fase del reddito di cittadinanza. Obiettivo: trovare lavoro ai disoccupati che ricevono l’assegno. Con l’aiuto, appunto, del navigator, la nuova figura introdotta dal capo dell’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive lavoro) Mimmo Parisi.
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Quanto tempo ci vorrà per i colloqui con tutti i sardi (poco meno di quarantamila, per ora) destinatari del reddito di cittadinanza? «Quattro mesi, secondo il nostro cronoprogramma – dice Massimo Temussi, 48 anni, sassarese, confermato dalla giunta Solinas alla direzione dell’Aspal, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro –. Dipende da quanto velocemente andranno i navigator». Quelli selezionati per l’isola sono 121 (su 2980 in Italia), quasi tutti sardi. Per loro uno stipendio di circa 1300 euro netti. Alcuni hanno dato disdetta e vengono sostituiti pescando tra 161 idonei.
«Se le cose funzioneranno – continua Temussi – potrei tenere aperti i centri per l’impiego tutti i pomeriggi, invece di due alla settimana. Nelle province di Sassari, Nuoro e Oristano i colloqui sono già avviati, nel Sud Sardegna si partirà da lunedì 9. I navigator sono affiancati da orientatori esperti dell’Agenzia regionale. Al momento da soli non possono fare nulla: è un lavoro che non si improvvisa».
Nel nostro Paese sono più di 700mila i cittadini chiamati a firmare il “Patto per il lavoro” e a impegnarsi seriamente nella ricerca di un posto, condizione per non perdere il reddito di cittadinanza. In Sardegna la “fase 2” sembra procedere senza intoppi, al contrario di quello che è accaduto, da lunedì, in altre regioni d’Italia.
«Il personale Aspal ha la preparazione e le competenze – dice il direttore –. Non è un caso che la Sardegna sia stata la prima regione italiana a firmare l’accordo con il ministero. Stiamo crescendo: un Cpi come Olbia tratta 700 offerte di lavoro con relative assunzioni. E metà dei nostri tirocini diventano posti veri».