Sandro Anedda, commercialista, nominato all'unanimità dal cda del Cacip
Il nuovo manager è arrivato al Tecnocasic:
«Non chiamatelo mostro, senza saremmo nei guai»
«Il Tecnocasic non è un mostro ma un impianto di estrema importanza che sarà ancora più efficiente dopo il revamping, la ristrutturazione». Sandro Anedda, commercialista 51enne, è il nuovo amministratore della struttura che a Macchiareddu ogni giorno riceve quasi 600 tonnellate di rifiuti. «Inviterò le scolaresche per spiegare l'importanza della differenziata».
Il cda del Cacip ha impiegato tre mesi per accordarsi sul suo nome.
«È normale ci sia confronto tra le parti politiche».
Il presidente del consorzio Tore Mattana voleva confermare Giuseppe Cuccu.
«Ripeto: ritengo rientri nella normale dialettica politica al termine della quale sono stato indicato all'unanimità».
È stato il sindaco Truzzu a volerla, ha detto di avere piena fiducia in lei. Perché?
«C'è grande stima reciproca. Siamo amici».
Cosa può fare il Tecnocasic per l'emergenza rifiuti a Cagliari?
«Non entriamo direttamente nella questione, possiamo fornire informazioni sulla raccolta e dire se la differenziazione è fatta in maniera corretta».
Con il porta a porta avete perso un milione di euro all'anno.
«È vero, c'erano più introiti ma a causa della mancanza di spazi si spendeva di più per conferire in discarica. Comunque stiamo pensando di raccogliere altre tipologie di rifiuti, per esempio recuperare i residui di secco dall'indifferenziato».
Non è preoccupato per i conti?
«No, c'è una situazione di equilibrio industriale, l'utilizzo dei forni è all'85 per cento e quello del compostaggio al 100 per cento. L'impianto sta funzionando a regimi normali, nel 2019 non è stato portato a discarica nessun rifiuto».
Quando partirà il revamping?
«Entro la primavera del 2020, durerà tre anni e nei primi sei mesi i lavori interesseranno due dei tre forni usati per il secco».
Dove andranno i rifiuti quando i forni chiuderanno?
«Stiamo studiando il piano per gestire l'emergenza, cercheremo di ridurre il volume con dei compattatori. E poi ora il Cacip ha a disposizione una nuova discarica alla quale appoggiarsi».
Vi hanno chiesto 18 dei 60 milioni necessari al revamping. Dove li troverà?
«Lo stiamo esaminando: serve verificare le risorse disponibili e valutare l'ipotesi di un finanziamento bancario».
Nel fondo per la manutenzioni ci sono 18 milioni?
«No, ma se si concretizzassero tutti i crediti che il Tecnocasic deve esigere allora ci sarebbero. Questa sarà una delle vere battaglie: la riscossione di crediti».
A quanto ammontano?
«Al 31 dicembre del 2018 erano oltre 20 milioni».
Perché non sono stati riscossi?
«Questa domanda bisogna farla agli amministratori che si sono succeduti prima del mio arrivo, non saprei. Probabilmente alcuni sono stati un po' dimenticati».
C'è un contenzioso con il Comune di Cagliari che supera i 4 milioni.
«Se si dimostrerà esigibile verrà riscosso».
Quali sono le sue priorità?
«Oltre a riscuotere i crediti, rinnovare gli impianti che sono ormai vecchi di 25 anni e valorizzare le risorse umane».
A che punto è l'applicazione del piano regionale dei rifiuti?
«Riterrei che non sia ancora stato applicato. È un problema che deve essere affrontato».
Il bilancio da 40 milioni ha chiuso con 17 mila euro di utili. Lei che obiettivo si dà?
«L'obiettivo non è fare utili ma garantire un servizio efficiente senza andare in perdita».
Cosa devono aspettarsi i suoi 231 dipendenti?
«Una persona molto aperta al dialogo che punta alla razionalizzazione e valorizzazione delle professionalità di ognuno. Nei prossimi giorni li incontrerò tutti».
Mariella Careddu