I CANI IN CITTÀ.
La lite con la proprietaria di cinque chihuahua ha acceso il dibattito
Tutti d'accordo: il problema non è la pipì L'assessore: «È necessaria la revisione del regolamento comunale»
Non è la pipì dei cani ad essere la responsabile della sporcizia in città. A Cagliari la maggioranza è d'accordo: obbligare i proprietari di cani a ripulirne l'urina dalle vie, è un'esagerazione.
Il dibattito è nato dopo l'aggressione - fisica e verbale - subita e denunciata giovedì dall'imprenditrice Laura Bianchi, rea di non aver pulito l'urina del suo chihuahua dal marciapiede di via Alghero. Il regolamento per la tutela e la gestione degli animali del Comune sulle deiezioni parla chiaro: obbligo di raccolta e divieto di farle riversare entro il raggio di 1 metro dalla soglia di qualsiasi ingresso; ma manca una specifica sulla pipì.
I cittadini
«Anche a me è capitato un fatto simile - racconta Chiara Orrù, 35 anni, libera professionista - mi trovavo ai Giardini pubblici con mia figlia, mio marito e la nostra cockerina, al guinzaglio come da regolamento. Presto sono stata rimproverata perché il cane aveva urinato sulla terra, al che mi sono chiesta cosa avrei dovuto fare, non trovando però una risposta. Se dovessero introdurre l'obbligo di ripulire l'urina dei cani lo farei, anche se mi pare assurdo: forse ad oggi è necessario educare prima gli esseri umani a non sporcare».
Della stessa opinione anche Alessio Meloni, 46enne proprietario di un barboncino: «Mi dispiace per quanto successo all'imprenditrice, francamente non credo che la pipì di un chihuahua possa causare problemi di pulizia urbana, ma anzi, a Cagliari c'è molto sporco per le strade, e non è sicuramente causato dai nostri animali».
È vero quindi: soprattutto su lampioni e fioriere emergono spesso tracce di urina, capita lungo le vie di imbattersi in zone maleodoranti, ma il tutto non viene ricondotto solamente all'incuria dei cittadini, quanto a una mancanza di adeguati e più frequenti sistemi di pulizia.
Più aree verdi
Obbligare i proprietari a ripulire la pipì dei cani non è una soluzione neanche per Alessandra Perra, professionista sanitaria di 25 anni: «Quella legata alla pulizia urbana è una problematica ampia, che ha bisogno di più soluzioni, non di un unico palliativo. Abito nel centro storico, dove scarseggiano le aree cani ma pullulano i locali, e vedo ogni giorno che il lerciume presente in giro è prodotto da ammassi di plastiche e immondezza, non dalle deiezioni dei cani. Sarebbe utile un incremento del numero di aree dedicate ai cani, una maggior regolamentazione per quanto riguarda l'immondizia prodotta dai locali, più sensibilizzazione ed educazione civica, maggiori pulizie e più incentivi per un modello di città verde».
Il Comune
«Innanzitutto condanniamo qualsiasi atto di violenza verbale o fisica», tiene a rimarcarlo Alessandro Guarracino, 47 anni, assessore All'ambiente. «In merito alle deiezioni - prosegue - sarebbe auspicabile che ciò che comporta degrado al decoro urbano venisse ripulito: munirsi di uno spruzzino d'acqua è il minimo utile a garantire che i marciapiedi non diventino latrine. Urge comunque una revisione del regolamento».
Lisa Ferreli